Andrea Bertoldini, la promessa dello sci azzurro: "Devo impegnarmi al massimo e dare tutto me stesso"
Andrea Bertoldini, ventenne lecchese, promessa dello sci azzurro per le specialità di slalom speciale e gigante, è reduce da due stagioni brillanti nella sua categoria d’età con risultati che gli hanno permesso di essere selezionato dal Centro sportivo dell’esercito -diventando così un professionista- e di entrare nella nazionale.
Andrea, i tuoi risultati degli ultimi due anni sono stati molto importanti tanto da consentirti di approdare allo sport professionistico. Quale è lo spirito con il quale ti sei approcciato a questa dimensione dello sci?
Penso di essere molto fortunato perché la mia passione, lo sci, è diventata il mio lavoro. So di essere fortunato a fare uno sport così bello, per questo cerco sempre di ricordarmelo. Ovviamente dall’altra parte so che devo impegnarmi al massimo e dare tutto me stesso per ottenere ciò che voglio. Per me è sempre stato importante all’inizio di ogni stagione fissare alcuni obiettivi stagionali, addirittura scriverli, sia per basare il lavoro durante la stagione sia per avere degli stimoli in più. Ho iniziato a farlo già da adolescente, quando gareggiavo per lo sci club Lecco.
Ottimi risultati sulle piste, ma anche sui banchi di scuola: lo scorso anno ti sei diplomato con il massimo dei voti e poco dopo, tra un allenamento e l’altro, hai sostenuto il test per entrare alla Bocconi e hai da poco iniziato il secondo anno di economia aziendale. Solo disciplina o anche passione per lo studio?
Sicuramente ci vuole disciplina per conciliare gli impegni universitari con l’attività agonistica. Ma ho scelto un percorso di studi che mi appassiona. Fin dalle superiori ho avuto interesse per le materie economiche. E, una volta finita la carriera sportiva, mi piacerebbe dedicarmi al settore del management e dell’impresa.
Che ruolo ha avuto la tua famiglia nel percorso che ti ha portato ad essere uno sportivo professionista?
La mia famiglia ha avuto un ruolo fondamentale. Mio padre è stato il primo ad insegnarmi a sciare. I miei genitori sono stati e continuano ad essere soprattutto un punto di riferimento importantissimo. Mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto, senza però farmi sentire in alcun modo la pressione. Come per ogni sportivo, la famiglia è per me un’oasi di serenità che mi ha permesso di maturare e di essere consapevole delle mie potenzialità, facendomi allo stesso tempo restare con i piedi ben piantati per terra.
Allenamenti, gare in giro per il mondo, lo studio in un’università impegnativa. Resta tempo per la vita normale di un ragazzo della tua età?
Non tantissimo, molto meno di quello che si può avere non facendo sport agonistico, però rimane comunque il tempo per ritrovarsi con gli amici e trascorrere del tempo con loro anche per staccare un po’ la testa.
Obiettivi per la prossima stagione?
Con la ripresa degli allenamenti la nuova stagione è già iniziata. Le prime gare saranno attorno a metà novembre. Gli obiettivi di quest’anno sono quello di disputare qualche gara di Coppa Europa, provando a classificarsi tra i primi 30; partecipare ai Mondiali Juniores e disputare delle belle gare e infine occhi anche per i Campionati Italiani Giovani e Assoluti.