TricoBullismo, con il "Patch Cutaneo" un aiuto alle persone per difendersi
Fabrizio Labanti non è solo estetica ma molto altro. Hair designer, con oltre 20 anni di esperienza, e fondatore di Benessere Capelli, è considerato colui che ha dato vita a una vera rivoluzione che sta stravolgendo il mondo degli infoltimenti capelli. Con lui, infatti, è nato il patch cutaneo, il primo e unico trapianto di capelli non chirurgico.
Per la realizzazione del patchcutaneo viene realizzato un avatar sul quale viene effettuato un innesto di capelli veri, con una tecnica di iniezione senza limiti che permette di gestire le quantità andando a ricreare nella zona diradata la foltezza che in realtà ci sarebbe stata se non si fossero persi i capelli. Una volta ultimato il “trapianto” sull’avatar, il cliente viene prima rasato nella zona diradata e il patch che ricopre l’avatar viene rimosso dallo stesso e applicato direttamente alla cute nella parte precedentemente rasata. Si procede così al taglio integrazione che permette ai capelli “nuovi” di integrarsi a quelli esistenti affinché il risultato estetico sia performante e assolutamente invisibile.
Ma la genialità di Labanti non si ferma a qualcosa che ha a che fare esclusivamente con l’estetica. Persona estremamente sensibile a ciò che attualmente circonda la società, infatti, Labanti ha dato un contributo ad un fenomeno purtroppo sempre più comune: il body shaming e, in particolare, il trico bullismo.
Il body shaming è una forma di bullismo verbale che colpisce l'aspetto fisico delle persone, e consiste nel fare commenti ed esprimere giudizi negativi sulle persone. Le statistiche indicano percentuali molto alte, specialmente all’interno della popolazione femminile. Si tratta di un fenomeno che non si limita a colpire solamente certe categorie di persone, chi soffre di obesità o anoressia, chi ha il naso con la gobba o i denti brutti, ma abbraccia tanti altri aspetti estetici tra cui la calvizie.
Il trico bullismo (o bald shaming )è un comportamento sociale intenzionale e violento, di natura fisica e/o psicologica verso altri individui, ripetuto nel corso del tempo e riguardante la sfera dei capelli: “sembra che hai un gatto in testa”, “sei ridicolo”, sono solo alcune delle espressioni che spesso vengono utilizzate nei confronti di persone che soffrono di calvizie. Alcune di queste riescono a non dare troppo peso a questi commenti e vivono ugualmente la propria vita in modo sereno, ma molte altre vivono questi commenti in maniera talmente negativa da creare in loro un malessere generale totale. La vittima viene colpevolizzata, e indotta alla vergogna, dando avvio a vari disturbi, dall’ansia alla depressione, all’anoressia e bulimia e ai disturbi del sonno.
Labanti racconta come, soprattutto attraverso i social, abbia notato un sempre più crescente aumento di tale discriminazione e del suo voler sensibilizzare le persone a questa tematica molto delicata. Dietro alla calvizie, infatti, non c’è solo un cambiamento d’immagine, ma c’è un’evoluzione personale che spesso porta a scompensi emotivi, vergogna, disagio sociale e tanto altro. Le donne e gli uomini affetti da alopecia hanno una storia personale di cui quasi mai si conoscono i contorni e delle battaglie
personali che probabilmente stanno combattendo. Evitare la derisione della calvizie, insomma, è un gesto di rispetto, a garanzia della libertà estetica e a tutela della salute psicologica di ciascuno di noi.
A tale sensibilizzazione hanno voluto contribuire molte altre persone, famose nel mondo dello spettacolo. Francesco Facchinetti, Gianluca Impastato (comico di Zelig), Raffaello Tonon (opinionista televisivo), Luca Salvadori (pilota di MotoGp) e Fernando Proce (speaker radiofonico), infatti, sono solamente alcuni utilizzatori del patch cutaneo che hanno voluto raccontare come lo vivono bene e quanto sono felici di sponsorizzarlo per aiutare gente.
In particolare, Francesco Facchinetti primo vero ambassador e figura di spicco nel processo di sdoganamento racconta di aver fatto un lungo percorso all’interno del mondo della calvizie. Un percorso che lo ha portato a sostenere che chi soffre di calvizie soffre di un problema serio, che non è soltanto fisico ma anche psicologico ma che viene puntualmente affrontato con molta leggerezza. Nella sua vita è stato spesso vittima di derisioni ma con il tempo ha imparato a prendere la vita con leggerezza e autoironia. Con il patch cutaneo ha finalmente trovato la quello che da anni cercava, una soluzione naturale, indolore e invisibile.