“I RAGAZZI DELLE SCORTE”, racconta la storia degli otto agenti di polizia che morirono insieme a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino negli attentati del 1992. E’ un film-documentario suddiviso in 8 episodi, tanti quanti gli agenti caduti. Ogni puntata è dedicata ad uno di loro.
Le vite di Antonio Montinaro, Vito Schifani, Claudio Traina, Emanuela Loi, Fabio Li Muli, Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, i giovani poliziotti che facevano parte della scorta dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, diventano il filo narrante del progetto televisivo.
La serie che ha vinto la 31/a edizione del premio nazionale Paolo Borsellino, è realizzata da 42°Parallelo in collaborazione con il Ministero dell’Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza e verrà trasmessa in prima serata su Rai3 il 19 luglio, in occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio, ed occupa uno spazio permanente sulla piattaforma digitale RaiPlay.
Quest’anno, con i documentari FABIO e COSINA - IL TRIESTINO, vengono narrate le storie di Fabio Li Muli e Eddie Cosina.
Fabio Li Muli, il più giovane tra gli agenti di scorta che il 19 luglio 1992 persero la vita nella strage di via D’Amelio a Palermo, aveva 22 anni. Appassionato di auto e motori, innamoratissimo della fidanzata Victoria, che stava per sposare, aveva fatto una scelta chiara e consapevole: servire lo Stato. L’episodio ripercorre la sua vita attraverso le voci di chi è rimasto: le sorelle Tiziana e Sabrina, e la fidanzata Victoria Elena De Lisi. I loro ricordi, intrecciati al materiale d’archivio privato della famiglia, restituiscono il ritratto autentico di un ragazzo che credeva fortemente nella legalità. Un agente di polizia che non voleva essere un eroe, ma semplicemente un uomo giusto.
«Il 19 luglio era domenica, una domenica caldissima, ricordo che Palermo proprio era infuocata. Io uscìi per andare al mare col fidanzatino, e Fabio appunto rimase rimase a letto, lo lasciai lì. Questo è l'ultimo ricordo che ho di lui, molto bello, lui che dormiva serenamente. Così andai al mare e rimasi fuori a pranzo fino a quell'orario, intorno alle 5 in cui sentimmo tutti questo boato tremendo, fortissimo, Palermo tremò in quel momento, e tutti dopo quello che era successo al giudice Falcone capimmo che era successo qualcosa di veramente grave». (Tiziana Li Muli)
Il 19 luglio 1992, Eddie Cosina non doveva essere di servizio al fianco del giudice Paolo Borsellino, ma aveva dato il cambio a un collega appena arrivato da Trieste per permettergli di riposare. Un gesto semplice, fatto con la generosità che lo contraddistingueva, che ha segnato il suo destino. Nel sesto episodio della docuserie «I ragazzi delle scorte» viene raccontata la vita di “Cosina: il triestino” l’agente della Polizia di Stato nato in Australia e cresciuto a Trieste, città di confine A ricordarlo sono la sorella Edna Cosina e due ex colleghi, Vanni Gori che ripercorre l’ultimo pranzo condiviso con Eddie il giorno della strage e Roberto Adamo. Anche quest’ultimo, da poco diventato padre, nell’estate del 1992 non era partito per Palermo perché Eddie si era offerto di sostituirlo.
«La domenica, 19 luglio, verso l'ora di pranzo Eddie chiama mia madre, dicendo che sarebbe rientrato martedì. Io ero andata al mare, mia sorella non c'era perché era in una vacanza in Spagna, mia madre è andata a fare una gita con delle sue cugine quel pomeriggio. Vado in piazza Unità in un bar, c'era il telefono a gettoni, chiamiamo una nostra amica e ci dice per telefono che c'era un'edizione straordinaria alle 5:30 di pomeriggio, dove dicevano che c'era stato questo attentato a Borsellino, e che era coinvolto anche un ragazzo di Trieste. Corro in questura che era là vicino, c'erano tutti fuori della questura, e chiedo “ma il ragazzo triestino è Eddie?”. Mi rispondono di sì. Ma come? Cosa ci faceva là?» (Edna Cosina)