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Funivia Stresa Mottarone, vincono forca e piazza. Quel terribile sospetto sulla cacciata della gip: il solito vizio italiano?

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Chi vince, la legge o la piazza? A quanto pare, neanche la strage del Mottarone avrà un destino giudiziario lineare”. Lo scrive Il Giornale in relazione agli ultimi sviluppi che hanno destato grande clamore: la gip Donatella Banci Buonamici, che con un provvedimento garantista aveva giustamente scarcerato i tre indagati per mancanza di esigenze cautelari, è stata privata del fascicolo, che è stato assegnato a una collega, Elena Ceriotti, che la stessa Buonamici aveva sospeso per i gravi ritardi nello smaltimento dei carichi di lavoro. 

 

 

E guarda caso come le carte sono passate di mano la Procura è tornata all’assalto, richiedendo immediatamente l’annullamento dell’ordinanza di rigetto nei confronti di Nerini e Perocchio. Il loro, insieme a quello di Tadini, era un arresto eseguito fuori dai casi previsti dalla legge e quindi non poteva essere convalidato: lo aveva scritto la gip il 30 maggio. Poi però la Buonamici è stata “silurata” dal presidente del tribunale di Verbania, Luigi Montefusco. Una decisione inappuntabile dal punto di vista formale, dato che la Buonamici, che è presidente di sezione e coordinatrice dell’area penale, si era occupata del fermo dei tre indagati in quanto esercitava la funzione di ‘supplente’: non vale la norma secondo cui la competenza resta del primo gip che ha adottato un atto del procedimento anche per tutti gli atti successivi.

 

 

Cosa devono pensare i tre indagati riguardo alle garanzie di un’indagine nella quale viene sostituito all’improvviso l'arbitro? Cosa ne è della terzietà del giudice rispetto al pubblico ministero, che con l’esclusione della Buonamici incassa un clamoroso punto a favore, tanto da chiedere l’annullamento della sua ordinanza?”, sono gli interrogativi posti da Il Giornale. Secondo cui questa “guerra tra toghe” che si sta consumando a Verbania “mette in gioco la civiltà giuridica del paese”. 

 

 

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