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Giustizia, troppi dem restano forcaioli e fanno l'occhiolino alla magistratura combattente

 Enrico Letta

Iuri Maria Prado
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Ma dove poteva celebrarsi in modo esemplare l'affascinante avventura del Partito democratico con i fascistelli del Movimento 5Stelle, se non sul campo prediletto dell'eversione forcaiola? Non è una sorpresa, ma lì il partito della "gente seria" sta mostrando il meglio del proprio profilo progressista, il bel volto civile che fa l'occhiolino alla magistratura combattente recuperando gli intendimenti del Dj in parentesi ministeriale, Alfonso Bonafede, quello che gli innocenti non vanno in galera. Il segretario-nerd, Enrico Letta, una specie di chierichetto che sbaglia, non contento di aver reso il servizio all'agognato alleato giudiziario spiegando che i referendum sulla giustizia fanno ingiustamente la bua alla magistratura, offre la seconda portata al banchetto antiriformatore chiedendo che al menù di governo sia associata qualche pietanza tirata fuori dal pentolone grillino e passibile- vedi tu la combinazione - del benestare togato.

 

 

La riforma approntata dal governo, oltretutto con il contributo di tutti quelli che lo sostengono, è perfino omeopatica e nemmeno riesce a togliere di mezzo tutte le sozzure messe insieme nel corso precedente. Ora Letta scopre che sarebbe «migliorabile»: e non c'è dubbio, come si può far meglio qualsiasi cosa. Ma «migliorabile», in questo caso, significa meno sgradita alle star della magistratura televisiva e ai fognoni del sistema che ha preteso di ripulirsi sbattendo fuori Luca Palamara e per il resto è andato avanti come prima.

 

 

A cominciare, ovviamente, dall'inflessibile lavoro contro qualsiasi ipotesi di riforma che prevedesse la destituzione anche solo di un pizzico del potere che la magistratura associata ha usurpato in decenni di «autonomia e indipendenza», le patacche adoperate per giustificare l'allevamento nel ventre dello Stato di un mostro che è andato divorando le libertà dei cittadini, delle imprese, delle organizzazioni politiche e le ha rigurgitate nella polta velenosa che ha alimentato la rivoluzione dell'onestà: quella che non a caso s' è messa all'ordine dei procuratori della Repubblica e che, ancora non a caso, sarebbe diventata il punto di riferimento fortissimo di tutti i progressisti. Bello spettacolo. 

 

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