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Luciano Pizzetti, l'ultimo del Pd che firma i referendum sulla giustizia: "Io con la Lega? Nessun imbarazzo"

Enrico Letta

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«Ho firmato due referendum, quello sulla separazione delle carriere e quello sulla responsabilità civile, per il valore di sistema che hanno questi due quesiti. Perché il Parlamento attuale e quello futuro, sulla base di una spinta popolare, vengano sollecitati a procedere sul tema della giustizia». Luciano Pizzetti, deputato democratico ed ex sottosegretario alle Riforme con i governi Gentiloni e Renzi, si unisce agli esponenti del Pd che hanno detto sì ai referendum sulla giustizia (negli ultimi giorni ci sono state le adesioni di Goffredo Bettini edel sindaco di Bergamo Giogio Gori). Il deputato dem spiega perché lo ha fatto. «I due quesiti che ho sottoscritto sono i pilastri di un sistema e, memore dell'ultima esperienza referendaria, ritengo sia un errore sottoporre ai cittadini molti quesiti, penso si debba semplificare», premette all'Adnkronos. «Questi due referendum sono i più importanti, se passano tutti gli altri vengono a cascata e il sistema deve essere riformato. È una conseguenza. Per esempio se si interviene sulla separazione delle carriere è chiaro che anche il Csm va riformato. Mentre per la prescrizione è stata già toccata dalla riforma Cartabia».

 

 

UN SEGNALE - Il Pd, però, in quest' ottica ha sostenuto con forza proprio la riforma Cartabia: «Il mio giudizio sulla riforma Cartabia è tutt' altro che negativo», sottolinea Pizzetti. «Resta un primo passo importantissimo. A maggior ragione, non devono esserci passi indietro ed è importante che in questo senso venga un segnale dai cittadini. Proprio la vicenda Cartabia è stata importante per capire quanta resistenza c'è stata in Parlamento, io penso ci siano i rischi di una contro riforma. Del resto, il neo leader del M5S Conte ha subito chiesto di votare M5S per modificare la riforma Cartabia. È bene che l'attività del Parlamento venga accompagnata con una responsabilità diretta che viene dai cittadini».

 

 

Nessun imbarazzo a condividere il fronte referendario con la Lega? «Io ho firmato ai banchetti dei Radicali e che ci sia anche la Lega non mi imbarazza», replica Pizzetti. Avrei preferito che ci fosse anche il mio partito a sostengo di una battaglia di civiltà, come è stato sui diritti civili. Questo è un tema che meritava altrettanto impegno». La linea del Pd, come ha spiegato con chiarezza il segretario Letta, non prevede però il supporto a questi referendum: «Letta ha detto che il Pd non è una caserma, cosa che di certo pone la questione anche di chi la pensa diversamente. In un grande partito ci possono stare anche idee differenti. Io spero che si siano i referendum e che, quando ci saranno, il Pd dichiari il proprio voto a favore e non per un altro genere divoto, per il no o per l'astensione». La Lega, intanto, conferma la mobilitazione anche nei weekend di agosto, dove i gazebo per firmare saranno almeno 500 da Nord a Sud, con particolare attenzione alle località turistiche. Il partito di Salvini ha anche convocato parlamentari e consiglieri regionali per controllare i moduli delle firme, che da Ferragosto inizieranno a essere setacciati nella sede di via Bellerio a Milano.

 

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