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Denis Bergamini, la fidanzata rinviata a giudizio 32 anni dopo: svolta sconcertante sul caso del "calciatore suicidato"

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Nuova svolta sul giallo di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza morto in circostanze ancora avvolte dal mistero il 18 novembre del 1989. Il gup del Tribunale di Castrovillari, Fabio Lelio Festa, ha rinviato a giudizio per omicidio volontario la fidanzata del centrocampista, Isabella Internò, oggi 51enne. Accolta dunque la richiesta del pm Luca Primicerio: la Internò era l'unica indagata dell'inchiesta. La donna era in auto insieme a Bergamini la sera del 18 novembre 1989: i due stavano percorrendo la statale 106 quando il calciatore, 27 anni all'epoca dei fatti, avrebbe fermato la vettura e si sarebbe gettato sotto un mezzo pesante in arrivo sulla carreggiata, sotto gli occhi della ragazza.

 

Un suicidio, dunque, senza apparenti avvisaglie. Una versione che non ha mai convinto i familiari di Denis né il pm, secondo cui la versione fornita dalla sola Internò presentava troppi "buchi" e incongruenze. Tanto che da anni si parla di Bergamini "suicidato", alludendo a una messinscena. L'ex fidanzata è sospettata anche di aver messo in atto un vero e proprio depistaggio. 

Decisivo, nella svolta, l'arrivo in Procura a Castrovillari di Eugenio Facciolla, il magistrato che ha fatto riaprire le indagini dopo una prima archiviazione, portando alla riesumazione del cadavere di Bergamini nel 2017 e a nuove perizie scientifiche secondo cui Bergamini era già morto o agonizzante quando è stato travolto dal camion. Era stato l'ex calciatore di Milan e Roma Carlo Petrini a sollevare il sospetto che dietro alla morte di Bergamini ci fosse la volontà di fuggire dall'Italia perché disgustato dai fenomeni di calcioscommesse. Al rifiuto di Isabella di seguirlo, si sarebbe gettato suicidato. Secondo gli inquirenti, però, il movente sarebbe inverso: sì passionale, ma da parte dell'allora fidanzata. 

 

 

 

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