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Patrick Zaki "scarcerato ma non assolto". Udienza di 4 minuti in Egitto: la svolta e le ombre

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Scarcerato, ma non assolto. Patrick Zaki uscirà dal carcere egiziano dopo esserci rimasto detenuto  per 22 mesi, anche se l'inferno giudiziario in cui è precipitato da quasi 2 anni non è terminato. L'udienza in tribunale a Mansura, sul delta del Nilo, è durata appena 4 minuti. Una farsa legale, come tutto il processo a carico dello studente egiziano dell’università di Bologna accusato di diffusione di false informazioni attraverso articoli giornalistici. Un caso di violazione dei diritti umani che ha causato frizioni tra il regime del Cairo e i governi italiani, anche alla luce della tragica morte dello studente italiano Giulio Regeni, assassinato dai servizi segreti del Cairo e su cui il regime continua a non voler collaborare.

Zaki è stato portato velocemente in aula, non ammanettato. Vestito di bianco, ha potuto parlare dicendo di "stare bene". Si è mostrato tranquillo e non agitato, nonostante le sue condizioni psico-fisiche abbiano suscitato a più riprese l'indignazione dei familiari e degli amici. Ha avuto pochissimi secondi per rassicurare la madre, quindi è stato portato via. In aula, presenti anche due diplomatici italiani. Uno dei due funzionari è riuscito a parlare allo studente, che ha ringraziato l'Italia per la vicinanza istituzionale e l'impegno e il sostegno legale dimostrati dalla nostra Ambasciata al Cairo.

La legale di Patrick Zaki, Hoda Nasrallah, ha chiesto quindi l’acquisizione di altri atti per dimostrare la presunta illegalità dell’arresto avvenuto il 7 febbraio del 2020 e la correttezza dell’articolo sui copti scritto da Zaki che gli ha procurato il processo. 

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