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Davigo, Di Pietro e gli "arresti facili"? Parla il giudice Salvini: "Ecco come facevano", bomba sulla Procura di Milano

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Con Mani Pulite le regole di assegnazione dei fascicoli nel tribunale di Milano venivano assegnati sempre ad un unico giudice, pronto ad accogliere con rapidità fulminea tutte le richieste di cattura spiccate dal pool. Scrive il giudice Guido Salvini, tuttora gip a Milano: "Era comodo per la Procura avere un unico gip già sperimentato, per alcuni già "direzionato", e non doversi confrontare con una varietà di posizioni e di scelte che potevano incontrare all'interno dell'ufficio gip, formato da una ventina di magistrati. Andava evitata e prevenuta una possibile variabilità di decisioni dei giudici che potesse in qualche modo creare "difficoltà" alle indagini (...) così il pool escogitò un semplice ma efficace trucco costituendo, a partire dall'arresto di Mario Chiesa, un fascicolo che in realtà non era tale ma era un "registro" che riguardava centinaia e centinaia di indagati che nemmeno si conoscevano tra loro e vicende tra loro completamente diverse unificate solo dall'essere da gestite dal pool".

 

 

Titolare del mega-fascicolo era il giudice Italo Ghitti. "Questo espediente dell'unico numero - scrive Salvini - impediva la rotazione e consentiva di mantenere quell'unico gip iniziale, Italo Ghitti, che evidentemente soddisfaceva le aspettative del pool". Una sola volta, rivela il Giornale, una richiesta di manette firmata dal pool arrivò sulla scrivania di Salvini. "Ma nel giro di pochi giorni, prima ancora che potessi decidere, il fascicolo mi fu sottratto senza tanti complimenti e passò al gip Ghitti. Bisognava evitare che qualsiasi altro gip dell'ufficio "interferisse" nella macchina di Mani pulite", ricorda Salvini.

 

 

"Questa abnormità fu più che tollerata, e tollerata forse è dir poco, dai capi dell'ufficio". Contro la sottrazione del fascicolo, Salvini scrisse invano al suo capo, Mario Blandini. Ma l'inchiesta Mani Pulite continuò a macinare arresti. "Blandini venne promosso procuratore generale. Ghitti venne eletto al Consiglio superiore della magistratura", conclude il Giornale.

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