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Luigi Bisignani stronca il settennato di Sergio Mattarella: "Covid e magistrati, complice della deriva assoluta"

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Il settennato di Sergio Mattarella al Quirinale, salvo improbabili bis che il diretto interessato continua ad escludere (ma mai dire mai), sta per concludersi. E a tracciare un bilancio della sua parabola al Colle, in una pungente intervista ad affaritaliani.it, è Luigi Bisignani, l'uomo che sussurra ai potenti.

E il suo giudizio è clamorosamente negativo, a tutto campo: "Sergio Mattarella è stato un bravo nonno degli italiani, ma il giudizio sul settennato non è positivo nonostante la sua straordinaria popolarità", premette.

 

Dunque, esprimendo posizioni simili a quelle del direttore di Libero, Alessandro Sallusti, spiega che le maggiori mancanze sono relative a magistratura e giustizia. "Il giudizio è negativo per diversi motivi - riprende Bisignani -. Come costituzionalista Mattarella ha seguito poco la Carta e non ha sciolto il Parlamento quando avrebbe dovuto farlo. Non solo, come Presidente del Csm non ha sciolto nemmeno il Consiglio Superiore della Magistratura, altra sua prerogativa, quando è esploso il primo scandalo che ha portato alle dimissioni di alcuni consiglieri. Di fatto, ha favorito la deriva assoluta della magistratura con le procure in guerra tra loro a colpi di inchieste ed intercettazioni. Forse aveva proprio ragione Cossiga che voleva mandare i carabinieri a circondare il Csm", picchia durissimo l'uomo che sussurra ai potenti.

 

Dunque, una seconda pesantissima nota negativa: "Mattarella ha consentito a chi, come Giuseppe Conte, si è presentato agli italiani giocando sul curriculum di diventare Presidente del Consiglio senza alcuna esperienza; lo ha anche supportato nella folle deriva della gestione del Covid, con quelle conferenze stampa notturne che hanno personalizzato in un modo mai visto prima il ruolo del premier", conclude Bisignani. Insomma, Mattarella clamorosamente e sonoramente bocciato.

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