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Grillini e sinistra, l'Armata Brancaleone che combatte per non riformare la giustizia

Iuri Maria Prado
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Non sono tecniche e nemmeno politiche le ragioni dello schieramento antireferendario, rappresentato dalla sinistra consorziata con il cascame del più sgangherato e pericoloso esperimento di occupazione del potere da che esiste la Repubblica, cioè a dire il Movimento 5 Stelle, un tumore civile generato dai vaneggiamenti diarchici del comico omicida e del capo degli schedatori della Casaleggio Associati e andato in metastasi grazie all'accreditamento dell'informazione che opponeva l'onestà del vaffanculo alle inconcludenze della politica corrotta. 

 

Incurante della propria impresentabilità, questo complesso sostanzialmente reazionario si esercita nel primo test dell'affascinante avventura mettendosi al servizio della magistratura militante non perché sappia enumerare qualche ragione specificamente tecnica o anche solo generalmente politica per cui i referendum sulla giustizia non dovrebbero passare: ma solo perché tra il diritto dei cittadini di determinare con atto proprio un cambiamento quale che sia e la pretesa dell'ordinamento togato di rendersi impermeabile a qualsiasi cambiamento, il fronte antireferendario sceglie questa pretesa, avallandola, e non quel diritto, che infatti abbandona al sacrificio. 

 

Non c'è neppure, da parte antireferendaria, un richiamo popolare alle ragioni del voto contrario; non c'è nemmeno il tentativo di convincere il proprio bacino simpatizzante a farsi un giudizio negativo sui quesiti. C'è una campagna per procura, in rappresentanza pregiudiziale del potere messo a rischio, vale a dire il potere giudiziario che reclama e vuole imporre il diritto di perpetuarsi senza la fastidiosa interferenza del controllo democrati co. Fa un bruttissimo effetto. È come vedere il patto elettorale coi mandarini: o con i colonnelli.

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