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Peschiera del Garda, non solo molestie: per cosa indagano i pm, il caso s'ingrossa

Serenella Bettin
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La procura di Verona ha aperto due inchieste. La prima riguarda i disordini in città e in spiaggia a Peschiera del Garda. La seconda, concentrata sulle molestie sessuali, parrebbe non escludere l'aggravante dell'odio razziale. Perché di questo si è trattato. E ora il sospetto dei pm è che le ragazzine molestate siano di più delle iniziali sei. È il 2 giugno scorso quando a Peschiera del Garda, un'orda di 2500 persone, la maggior parte nordafricani, assale letteralmente la cittadina balneare piena di famiglie e turisti. Si sono messi d'accordo su TikTok e hanno organizzato la "Giornata Africa". Quella per andare alla conquista della città. Il sindaco di Peschiera del Garda, Orietta Gaiulli, parlerà di «guerriglia urbana». E infatti a Peschiera accadrà il finimondo. Pugni, botte, coltellate, ragazzi che saltano sopra le auto parcheggiate; immigrati che se la prendono con gli anziani, devastazioni, atti vandalici.
Sul treno che da Peschiera va a Milano poi, accade che sei ragazzine, tutte minorenni, vengano molestate e palpeggiate da ragazzini nordafricani che dicono loro: «Qui le donne bianche non entrano». E ora la Procura ha aperto due fascicoli. Per il primo l'ipotesi è di rissa aggravata, danneggiamenti e tentata rapina. Il secondo si focalizza sulle molestie sessuali denunciate dalle adolescenti lombarde. Come detto, non si esclude l'ipotesi dell'aggravante razziale sulla base delle dichiarazioni delle vittime. «Mentre ci toccavano senza lasciarci scampo - ha raccontato una delle adolescenti agli investigatori - ci urlavano "qui non vogliamo italiani"».

 

 


TRENTA IDENTIFICATI
Il branco parrebbe avere le ore contate. Trenta gli identificati. E al vaglio degli inquirenti ci sono i racconti e i video girati e messi in rete. Nessuna delle ragazzine finora è stata in grado di riconoscere uno degli aggressori, se non qualche tatuaggio o qualche capo d'abbigliamento. Intanto lungo il litorale cresce l'allarme anche dopo i fatti dell'anno ri, che si avvia a diventare come quella francese: quartieri diversi, stili di vita poco conciliabili, religioni storicamente rivali, orgoglio e senso d'appartenenza opposti. Niente di male, solo che era tutto inevitabile. Aver illuso gli italiani, ma soprattutto chi in Italia è arrivato osi è trovato a nascere in famiglie di cultura diversa dalla nostra, che sarebbe stato tutto facile, che chi sbarca ieri parte alla pari rispetto a chi è scorso. Il comune di Jesolo ha chiesto rinforzi.

 

 

 

E il presidente del Veneto Luca Zaia propone di abbassare l'età di punibilità. «L'Italia non è può essere il Bengodi dell'impunità - ha detto - è stata una devastazione. Sono atti delinquenziali che devono essere puniti». La Lega chiede l'aggravante dell'associazione per i reati commessi dai minorenni. «È stata una cosa allucinante - dice a Libero il sindaco di Castelnuovo del Garda Giovanni Dal Cero - c'è terrore e spavento da parte delle persone con l'incubo che questi possano tornare». E l'incubo di questi tempi lo stanno vivendo anche i cittadini di Legnago altra città sempre in provincia di Verona. Nell'ultimo mese già quattro-cinque episodi di risse e rese dei conti tra comunità di marocchini. Tanto che lunedì sera è spuntato anche un machete. Il presidente del consiglio comunale Paolo Longhi ha scritto su Facebook: «La misura è colma. Residenti esasperati. L'amministrazione intraprenderà ogni iniziativa per risolvere questa situazione indegna».

 

 

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