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Elezioni, addio alle urne: "Ecco come voteremo", la rivoluzione che cambierà la storia

Pieremelio Sammarco
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L'esito referendario e delle elezioni amministrative ha certificato ancora una volta la bassissima affluenza dei cittadini alle urne. I dati sono impietosi ed evidenziano la necessità di coinvolgere maggiormente la collettività nella gestione della cosa pubblica. La via per riportare le persone a votare è sicuramente quella di ampliare le modalità di voto istituendo il voto elettronico a distanza e la digitalizzazione del procedimento elettorale. Vi sono anche le indicazioni dell'Unione Europea al riguardo: con la Comunicazione (2021) n. 118 del 9 marzo 2021 dal titolo 2030 Digital Compass: the European way for the Digital Decade, la Commissione europea ha presentato gli indirizzi per la trasformazione digitale dell'Europa entro il 2030. L'obiettivo è garantire che entro il 2030 la vita democratica e i servizi pubblici online siano completamente accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità, anche attraverso il voto elettronico che incoraggerebbe una maggiore partecipazione dei cittadini alle decisioni sulla cosa pubblica.

 

 

 


Nel nostro ordinamento la sperimentazione del voto elettronico è stata prevista dalla legge di bilancio 2020 (art. 1, commi 627-628, L. 160/2019) che ha istituito il Fondo per il voto elettronico con uno stanziamento di 1 milione di euro per l'anno 2020. Il Fondo è finalizzato all'introduzione in via sperimentale del voto in via digitale nelle elezioni europee, politiche e per i referendum. La sperimentazione è riferita al voto degli italiani all'estero e degli elettori temporaneamente fuori dal comune di residenza per motivi di lavoro, studio o cure mediche.

Le modalità attuative di utilizzo del Fondo e della relativa sperimentazione sono state delineate da un decreto del Ministro dell'Interno 9 luglio 2021 che ha approvato le linee guida perla sperimentazione di modalità di espressione del voto in via digitale. Naturalmente, si tratta di aspetti tecnici di estrema delicatezza e complessità, propri del procedimento elettorale, che si riflettono sul rispetto dei princìpi costituzionali di segretezza e di personalità del voto, sulla necessità di assicurare il corretto computo dei suffragi ai fini della proclamazione ufficiale degli eletti, sull'eventuale contenzioso e sulla correlata necessità di estrarre tutti i dati che hanno portato alla formazione dei risultati ufficiali.

 

 

 


Ma dato che il voto elettronico è stato introdotto con successo in molti paesi (Stati Uniti, India, Brasile ed anche la vicina Francia), è possibile replicare il modello anche da noi, ponendolo come un'opzione al sistema di voto tradizionale. D'altronde, da noi il processo di digitalizzazione della società e della pubblica amministrazione è ormai avanzato, basti guardare la diffusione dello Spid in Italia (nel 2021 oltre il 43% della popolazione possiede lo Spid, con 26 milioni di identità rilasciate) e certamente le consultazioni elettorali non possono non contemplare il voto elettronico per il prossimo appuntamento proprio allo scopo di riportare le persone a votare.

di Pieremelio Sammarco
Ordinario di Diritto Comparato

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