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Giustizia, Sallusti: "Perché la partita è già persa" (e il mistero-Mattarella)

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Se David Ermini, capo uscente del Csm - organo di autogoverno della magistratura - eletto in quella carica col metodo correntizio Palamara da Palamara in persona può dire nel suo discorso di commiato che le correnti sono il male della giustizia e che la “la magistratura non è politicizzata”, se può dire questo davanti al Capo dello Stato senza suscitare anche solo una minima reazione di sdegno, o almeno un sorriso, bè allora penso che la partita per riformare il sistema giudiziario sia davvero persa. Sotto il regno di Ermini, iniziato nel 2018 grazie a un accordo raggiunto con la complicità di un deputato del Pd, Luca Lotti (allora indagato), la magistratura ha toccato uno dei punti più alti di opacità, faziosità e guerriglia interna, cioè uno dei punti più bassi di trasparenza.

Perché il presidente Mattarella abbia tenuto in piedi fino a fine mandato il più screditato Csm della storia è un mistero; perché ieri lo abbia omaggiato come se nulla di grave fosse accaduto in questi ultimi cinque anni è un doppio mistero e qui ci fermiamo per rispetto al Capo dello Stato.

 

Da ieri insomma sono ancora più scettico sul fatto che Giorgia Meloni e Carlo Nordio, ministro della Giustizia, riescano a mandare in porto la loro azione riformatrice. E questo non per incapacità bensì perché non fanno parte di quel “sistema” perverso che ieri ha dato prova di forza e compattezza. Non è vero che la posta in gioco è l’indipendenza della magistratura, no, in gioco c’è la sopravvivenza di un sistema di potere parallelo a quelli previsti dalla Costituzione, un potere che fa paura e al quale è permesso di scorrazzare senza alcun controllo.

 

In queste ore sentiamo ripetere: “Noi siamo quelli che hanno arrestato Matteo Messina Denaro”. Bene, bravi, grazie. Avete fatto, impiegandoci qualche anno di troppo, esattamente il vostro mestiere come lo fanno ogni giorno milioni di italiani nel loro campo e la medaglia che meritate non può essere un salvacondotto per i tanti errori commessi. Oggi si riparte con un nuovo Csm. Se il buongiorno si vede dal mattino, cioè dalle trame e dagli intrighi in corso, c’è poco da stare allegri. È proprio vero che la nostra specialità è “che tutto cambi perché nulla cambi”. Spero di essere smentito.

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