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Immigrazione, Carlo Nordio punge le toghe: "Troppa ipocrisia sulle espulsioni"

Paolo Ferrari
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«Se le città italiane sono ormai fuori controllo con immigrati irregolari che commettono, nella sola Milano secondo gli ultimi dati della locale Questura, il 95 percento dei furti e il 73 percento delle rapine, è perché non viene applicata la legge Turco-Napolitano». Carlo Nordio ha deciso di togliersi ieri, durante il Festival Internazionale della Geopolitica Europea in programma a Mestre, quale sassolino dalle scarpe. «Sul fenomeno della migrazione c’è moltissima ipocrisia e poca informazione. La legge che disciplina l’immigrazione in Italia risale a più di vent’anni ed è una legge di sinistra, fatta quando Livia Turco era ministra del Welfare e quando Giorgio Napolitano era ministro dell’Interno», ha esordito Nordio. La legge, poi parzialmente modificata dalla Bossi-Fini, prevede che si entra in Italia solo con un permesso regolare. Chi entra senza permesso deve essere identificato ed espulso. E chi dopo l’espulsione rimane in Italia deve essere processato e condannato. «In questi vent’anni», ha precisato il ministro della Giustizia, «non è mai stata applicata perché l’espulsione è sempre stata una sanzione platonica: il clandestino stracciava il decreto di espulsione e restava in Italia, veniva magari identificato e portato in tribunale. Abbiamo fatto decine di processi e restava in Italia».

 


DECISIONE FINALE
Per il Guardasigilli, sul tema dei migranti la decisione finale deve spettare alla politica, in particolare su quanti devono entrare e come devono essere mantenuti in modo dignitoso. «Tutte cose che però non vengono discusse in modo razionale come si dovrebbe fare», sottolinea Nordio, stigmatizzando l’ipocrisia circa la “selezione” dei migranti: «Non la facciamo noi in base al nostro senso di carità cristiana, non prendiamo i deboli, prendiamo quelli che le organizzazioni criminali selezionano perché sono in grado di pagare i 6-7mila euro o dollari che costituiscono il prezzo per il trasbordo. Sono tutte organizzazioni criminali che poi riciclano questi danari in armi droga e altro».


«Abbiamo due contraddizioni: non solo che la selezione la fanno loro, non li prendiamo perché siamo buoni ma perché siamo rassegnati, non facciamo una selezione di persone bisognose, prendiamo quello che gli altri ci mandano, magari facendone morire metà durante il tragitto, perché non sono in grado di pagare queste somme ingenti, perché 7mila dollari non li hanno, se li avessero sarebbero tutti in casa propria», puntualizza quindi Nordio. «Questi poveretti», prosegue, «sono costretti a delinquere per procacciarsi il danaro, per pagare i debiti e in genere queste forme sono due: spacciano stupefacenti o commettono reati contro il patrimonio, furti, piccole rapine con i quali pagano e saldano questi debiti». Al momento dall’Africa ci sarebbero qualche centinaia di milioni di persone pronte a partire. «Occorre che l'Europa si metta d’accordo su alcune cose, primo dove sono le frontiere ed è illusorio pensare che la frontiera sia Lampedusa e finisca tutto lì in Sicilia e difatti i conflitti con la Francia sono perché gran parte di questi una volta arrivati qui cercano di andare a Ventimiglia o piuttosto di andare in Germania. Non è un problema italiano, è stata un'ingenuità degli altri paesi pensare che il problema fosse nostro», ha ricordato Nordio.

 

 


RIFORMA IN CANTIERE
Durante il suo intervento, comunque, il ministro ha fatto anche il punto sulle riforme della giustizia in cantiere, finalizzate a velocizzare i processi e semplificare le procedure, e ai necessari investimenti da parte del governo che consentiranno la loro effettiva applicazione. Il “cronoprogramma” di via Arenula prevede a tal proposito un pacchetto di riforme, sia sul piano sostanziale e procedurale, in senso garantista, ad iniziare dalla revisione, forse anche l’abolizione, del reato di abuso d’ufficio. «È una misura che è molto richiesta dai sindaci - ha precisato Nordio- e amministratori in generale. Personalmente io propendo, come noto, per l’abrogazione. Ora ne stiamo discutendo, ma entro la fine del mese adotteremo una soluzione definitiva». Poi toccherà ai reati contro la pubblica amministrazione e alle intercettazioni telefoniche. Immediata la replica dell’Associazione nazionale magistrati: «Sono tutte riforme che riguardano i colletti bianchi»

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