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Giustizia, "i due dubbi di Mattarella": verso l'incontro con Meloni?

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Il governo prosegue il lavoro sulla riforma della Giustizia. Quello di Carlo Nordio, però, è solo un assaggio di una ben più vasta riforma. Eppure già i dieci articoli che vanno a formare il disegno di legge allo studio del Quirinale, non mancano perplessità. Sergio Mattarella non ha contestato alcuna criticità costituzionale, motivo per cui firmerà per dovere d’ufficio l’autorizzazione a presentare alle Camere il ddl. D'altronde, va ripetendo secondo il Corriere della Sera, non è un decreto-legge subito operativo e potrà essere aggiustato fino all’ultimo. Occhi puntati soprattutto su due articoli della miniriforma. Quello che fa scomparire l’abuso d’ufficio e quello che riduce in modo drastico la portata del traffico d’influenze.

 

 

Ancora una volta i timori riguardano le reazioni di Bruxelles. Si tratta - si legge - di abrogazioni incompatibili dal punto di vista della coerenza giuridica e perfino morale con lo spirito del tempo. La prima ipotesi di reato, quella sull'abuso d'ufficio, è regolata dall’articolo 323 del codice penale e riguarda i casi in cui un pubblico ufficiale agisce in modo arbitrario, abusando dei suoi poteri o funzioni, per ottenere un vantaggio personale o arrecare un danno a un terzo o alla collettività.

 

 

Alla seconda ipotesi è dedicato l’articolo 346 bis. A essere punito chi, di fronte a iter burocratici nell’ambito della pubblica amministrazione, sfrutta conoscenze influenti in tale ambito per ottenere favori e agevolazioni, spesso anche pagando somme di denaro. Alla base della volontà del Guardasigilli ci sono i sindaci, spesso bersagli di inchieste che quasi mai si concludono con condanne. E la stessa situazione si ripete per il traffico d’influenze. Cosa ne sarà alla fine di queste due ipotesi di reato non è dato sapersi. Ma è possibile che Mattarella e la premier Giorgia Meloni ne parlino già in un incontro previsto per domani al Quirinale.

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