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Carlo Nordio? Toh che caso: Magistratura democratica attacca il ministro

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Ci risiamo. Nuovo attacco di Magistratura Democratica al governo Meloni e al ministro della Giustizia Carlo Nordio. In un articolo di Questione Giustizia (rivista di Magistratura Democratica) il direttore Nello Rossi scrive che la separazione delle carriere, le quattro proposte di legge di revisione costituzionale presentate in questa legislatura alla Camera (oggi torna la discussione in parlamento) «hanno obiettivi sostanziali che vanno ben oltre la creazione di due itinerari professionali differenti con diversi accessi e distinti “governi” delle professioni. Esse», prosegue l’articolo sulla rivista di Magistratura Democratica, «mirano infatti a ridefinire, a vantaggio del potere politico, i complessivi equilibri di governo della magistratura, a cancellare la valenza costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale e ad annullare il principio per cui i magistrati si distinguono solo in base alle funzioni svolte».

L’attacco alla riforma Nordio è frontale: «Se per separazione delle carriere dei giudici e dei pubblici ministeri si intende una netta divaricazione dei percorsi professionali e la diversità dei contesti organizzativi nei quali vengono svolti i rispettivi ruoli professionali, allora bisogna prendere atto che, a seguito degli interventi legislativi degli ultimi venti anni e segnatamente della recente legge. n. 71 del 2022, la separazione si è già di fatto realizzata. Si tratta», va avanti il direttore Rossi, «di obiettivi che sopravanzano di molto il dato delle carriere dei magistrati, investendo la ridefinizione, a vantaggio del potere politico, dei complessivi equilibri di governo della magistratura, la cancellazione della valenza costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale e l’abrogazione del principio per cui i magistrati si distinguono solo in base alle funzioni svolte».

 

L’altro giorno, al Forum Ambrosetti, Nordio ha rilanciato: «Nessuno slittamento per la riforma, ma la nostra priorità è la giustizia civile. La lentezza dei processi ci costa più di due punti di Pil. Il cronoprogramma è già stato approvato dal Cdm in una prima parte. Ha comportato delle proposte sulle riforme del codice e diritto penale, come l’abolizione dell’abuso d’ufficio. Una seconda parte sarà presentata a breve forse in via urgenza».

 

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