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Ciro Grillo, la rabbia della vittima in aula: "Domande sugli slip, roba da Medioevo"

Paolo Ferrari
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Il processo nei confronti di Ciro Grillo e dei suoi tre amici genovesi, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, accusati di aver violentato la notte fra il 16 ed il 17 luglio 2019 la studentessa italo-norvegese Silvia, è ad un punto di svolta. Stamani verranno mostrati in aula dei filmati - pare siano tre - estrapolati dai cellulari degli indagati, che mostrerebbero alcuni particolari molto precisi di quanto accadde quella sera d'estate nella casa del fondatore del Movimento 5 Stelle a Porto Cervo, in Costa Smeralda. Elementi sulla base dei quali le difese vorrebbero dimostrare che quella sera non ci fu violenza, come sostenuto invece dalla ragazza.

La visione dei video sarebbe dovuta avvenire ieri ma, causa un ritardo di oltre un’ora dell’inizio dell’udienza per motivi tecnici , è slittata ad oggi. L'udienza di ieri è stata allora dedicata al “contro esame” della giovane che ha denunciato lo stupro di gruppo, vale a dire all’interrogatorio da parte degli stessi avvocati difensori dei quattro imputati, anche con il ricorso a foto, post e chat estrapolate dai rispettivi profili social della ragazza. Quest'ultima, come la volta scorsa, ha avuto un altro momento di crollo emotivo e una crisi di pianto, che non ha determinato però l'interruzione della sua deposizione.

 

 

 

I difensori degli imputati intendono dunque dimostrare che i rapporti sessuali, se ci sono stati, furono consenzienti, e i filmati in questione dimostrerebbero chiaramente che non avvenne alcuna violenza. La ragazza in passato non ha mai voluto guardare quelle immagini che, a detta dell'avvocata Giulia Bongiorno che l’assiste, a margine di una precedente udienza, sarebbero comunque sconvolgenti. «La teste ha detto chiaramente, in maniera precisa, che si sentiva una preda» ha dichiarato l’avvocato Dario Romano, co-difensore della ragazza, al termine dell’udienza ai cronisti presenti fuori del tribunale di Tempio Pausania. «Il suo racconto è stato tutto molto chiaro», ha poi precisato il legale.

 

 

 

Sarebbe stato un “contro esame” molto duro, quello a cui è stata sottoposta Silvia, in linea con quanto avvenuto le volte precedenti, dove le era stato chiesto, per saggiarne la credibilità, come fosse vestita quella sera o che genere di frequentazioni avesse. Di «caccia all’errore» aveva invece parlato Bongiorno. Pare che le sia stato chiesto anche, tra le altre cose: «Come le sono stati tolti gli slip?». Dario Romano, l’avvocato che ha sostituito Giulia Bongiorno, legale di “Silvia” che è anche presidente della Commissione giustizia del Senato ed è dovuta restare a Roma per un impegno politico, ha parlato addirittura di «interrogatorio da Medioevo».

 

 

 

Un’accusa respinta al mittente dagli avvocati degli imputati. «Abbiamo dato la disponibilità, per evitare la sofferenza processuale, a produrre le centinaia di pagine di materiale che le avrebbero consentito di sottrarsi alla sofferenza del confronto e del dibattimento e questo non è stato accolto. Se la parte vuole essere sentita deve essere sentita come prevedono le norme», avevano precisato i legali dei quattro ragazzi, secondo i quali sarebbero emerse contraddizioni rispetto a quanto lei stessa aveva dichiarato in sede di interrogatorio. «Corsiglia ha detto che lui in quell'atto sessuale di gruppo non c'era, fisicamente era altrove. Ha fatto dichiarazioni spontanee dicendo chiaramente che non c'era in quell'episodio».

A renderlo noto a fine udienza è stata l'avvocata Antonella Cuccureddu, legale del ragazzo, che ha anche raccontato come si sarebbe svolta l’udienza stessa, celebrata a porte chiuse. «Una sequenza di non ricordo - dichiara, riferendosi alla ragazza -: non ricorda di aver baciato Ciro Grillo pur essendo stata vista da molteplici persone, non ricorda di aver messo le gambe su quelle di Corsiglia in taxi benché lo racconti la sua amica prima ancora che in udienza al pubblico ministero e ai carabinieri. Non ricorda di essersi allontanata dalla casa con i ragazzi dopo il primo episodio di atto sessuale, lasciando la sua amica in casa con uno solo di loro, benché ci siano delle foto che lo dimostrino. Non ricorda sostanzialmente quasi nulla dei fatti che sono documentati: ricorda solo ciò di cui non c’è documentazione».

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