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Chiara Ferragni, si scatena la "guerra tra Procure" di Milano e Cuneo

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Sul caso Ferragni c'è un'ulteriore nodo da sciogliere: la competenza territoriale. Sì perché la procura di Cuneo chiede ufficialmente ai colleghi di Milano gli atti del caso Chiara Ferragni sulla vendita solidale dei pandoro Balocco. Il ricavato del dolce natalizio doveva finanziare all'ospedale Regina Margherita di Torino. Eppure la donazione, di 50 mila euro, era stata già effettuata dalla sola Balocco mesi prima.

Così l'aggiunto Eugenio Fusco innesca la "disputa"sulla competenza territoriale affidando, come dispone l'articolo 54 bis del codice di procedura penale, la questione al procuratore generale della Corte di Cassazione. La contesa tra procure sarà risolta da un terzo, a cui Fusco invierà una memoria a sostegno della propria tesi. Per Cuneo, infatti, l'eventuale ingiusto profitto, requisito previsto per la qualificazione del reato di truffa, è stato realizzato a Fossano, dove ha sede la Balocco, mentre per la procura meneghina la competenza è legata all'influencer, multata dall'Antitrust, che ha ricevuto circa un milione di euro come cachet per sostenere la campagna solidale dei pandoro 'pink'.

 

 

Secondo la norma del codice di procedura penale spetta al procuratore generale, assunte le necessarie informazioni, determinare "con decreto motivato" quale ufficio del pubblico ministero deve procedere e deve darne comunicazione agli interessati, Milano e Cuneo in questo caso. Solo una volta stabilita la competenza territoriale, al pm designato saranno trasmessi "immediatamente" gli atti della procura che non si occuperà del caso. Insomma, risolta la questione legata alla competenza territoriale i magistrati inizieranno a sentire i protagonisti del fascicolo legato allo scandalo.

 

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