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Francesco Cananzi, la toga pro-Ong è figlio di un ex sottosegretario di D'Alema

Paolo Ferrari
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Si chiama Francesco Cananzi il giudice della Cassazione secondo il quale la Libia è un posto non sicuro dove i diritti umani non vengono rispettati. Il magistrato, prima in servizio al tribunale di Napoli, ufficio giudiziario che aveva condannato il comandante della Asso 28, è figlio di Raffaele Cananzi, ex parlamentare dell’Ulivo e sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri durante i governi di sinistra guidati da Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Dal 2014 al 2018 Francesco Cananzi è stato componente del Consiglio superiore della magistratura insieme all’ex presidente dell’Anm Luca Palamara.

Esponente di punta di Unicost, una delle correnti progressiste di cui Palamara era ras indiscusso, la consiliatura di Cananzi sarà ricordata per lo scandalo delle nomine che coinvolse centinaia di magistrati che chattavano per chiedere favori o incarichi. Ma quella fu anche la consiliatura in cui il leader della Lega Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, andava colpito.

 

 

Alla domanda di un magistrato a Palamara che non vedeva dove Salvini stesse sbagliando sul tema migranti, «illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell’Interno interviene perché questo non avvenga», chiedendosi poi cosa potesse c’entrare la Procura di Agrigento con le indagini, l’ex capo dell’Anm aveva risposto che «adesso però bisogna attaccarlo». Temendo l’effetto boomerang nei consensi dei cittadini, il collega aveva tentato, senza molto successo, di far presente a Palamara che la posizione dei magistrati siciliani e degli altri anti -Lega è «indifendibile», dal momento che veniva indagato il ministro dell’Interno per il semplice fatto di non aver permesso l’ingresso a «soggetti invasori». 

 

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