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Elkann, cellulari sotto sequestro: caccia grossa, a cosa puntano i pm

Paolo Ferrari
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Dopo John, anche Lapo e Ginevra. Sono stati dunque tutti iscritti nel registro degli indagati della Procura di Torino, con l’accusa di truffa ai danni dello Stato, i fratelli Elkann. La vicenda riguarda i 700 milioni di euro che erano stati dichiarati dai figli di primo letto di Margherita Agnelli al fisco nell’ottobre scorso. John, in particolare, aveva presentato tale somma nella forma di “dichiarazioni integrative”, per gli annidi imposta 2019-21, alla voce redditi maturati all’estero. La tesi dei pubblici ministeri, invece, è che tale denaro sarebbe proveniente dal patrimonio di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli e nonna dei tre fratelli Elkann, e su cui non sarebbe mai stata pagata la tassa di successione in Italia. Il mancato versamento della tassa di successione, calcolata dagli inquirenti sulla base di queste dichiarazioni integrative dei redditi presentate da Elkann per il triennio 2019, 2020 e 2021, ammonterebbe a circa 40 milioni di euro.

LA RESIDENZA FITTIZIA
Coindagati con i fratelli Elkann nell’accusa di truffa ai danni dello Stato sono il commercialista Gianluca Ferrero ed il notaio svizzero ed esecutore testamentario Urs Robert Von Gruenigen. L’accusa si baserebbe su alcuni atti in possesso dei magistrati e sequestrati l’8 febbraio scorso. Fra questi, quelli relativi proprio alla successione di Marella, morta nel febbraio del 2019, di cui si occupò Ferrero. A destare l’interesse degli inquirenti è stato un incartamento relativo a Chalet Icy, nella località del cantone di Berna, in Svizzera, dove Marella conservava - fittiziamente secondo gli inquirenti- la residenza fiscale.

 

 

Per dimostrare che la residenza elvetica fosse solo uno stratagemma per non pagare le tasse in Italia, in queste settimane sono state interrogate numerose persone che in passato avevano lavorato per la moglie di Gianni Agnelli e che ora sono nell’entourage di John. Ad avvalorare la convinzione che la residenza estera fosse fittizia ci sarebbe poi lo stato di salute di Marella che, data l’età e le patologie di cui soffriva, aveva bisogno di terapie e cure continue che non potevano essere effettuate in Svizzera. Soprattuto nel cantone nel bernese dove l’estrema altitudine del posto avrebbe creato all’anziana donna serissimi problemi respiratori e cardiaci. Gli inquirenti in questi giorni stanno anche analizzando i cellulari e i device che sono stati sequestrati agli indagati.

Sabato scorso, però, accogliendo l’istanza delle difese, il tribunale del riesame ne aveva disposto la restituzione ai legittimi titolari. I pm, che nel frattempo hanno esteso l’ambito degli accertamenti alla documentazione fiscale, hanno rinnovato il sequestro. Ora si attende l’affidamento di una consulenza, nella forma dell’accertamento tecnico irripetibile, per realizzare la cosiddetta “copia forense” dei dispositivi. Quella che inizialmente era in programma per ieri è stata annullata. Fra le carte che la Procura ha deciso di trattenere ce ne sarebbero anche della Dicembre, la “cassaforte” che controlla tutte le società del gruppo.

 

 

L’ALTRO FILONE
Ritardi, infine, ci sono stati nella notifica a Lapo dell’avviso di garanzia per il reato di truffa. La circostanza è però dovuta semplicemente al fatto che Lapo si trova in questi giorni in Portogallo. Una situazione analoga si era creata, alcune settimane fa, a proposito di Von Gruenigen. L’indagine per truffa ai danni dello Stato va quindi ad aggiungersi a quella per dichiarazione fraudolenta. Quest’ultima inchiesta è relativa alle dichiarazioni dei redditi di Donna Marella dal 2016 al 2019 e alla contestazione di aver evaso Irpef. In questo caso ad essere indagato è solo il presidente di Stellantis, John.
Il fascicolo è assegnato al procuratore aggiunto di Torino Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Giulia Marchetti.

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