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Lapo Elkann indagato con la sorella Ginevra: "Truffa ai danni dello Stato"

Attilio Barbieri
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Si allarga l’inchiesta sull’eredità di Marella Agnelli, la moglie dell’avvocato. Ieri la procura di Torino ha effettuato nuove contestazioni. Agli indagati già noti, vale a dire John Elkann, amministratore delegato di Exor, la cassaforte di famiglia, Gianluca Ferrero, commercialista e presidente della Juventus (estranea, quest’ultima all’indagine) e un notaio svizzero Urs Von Gruningen. Nel registro degli indagati sono finiti anche Lapo e Ginevra Elkann, fratelli di John.

Per loro l’accusa è truffa ai danni dello Stato per un supposto – secondo l’accusa - omesso versamento delle tasse di successione nel 2019 alla data della morte della nonna Marella che secondo i magistrati risiedeva in Italia e non in Svizzera come sostengono al contrario i legali degli Elkann. La medesima nuova accusa è contestata pure a John Elkann in virtù dello stesso meccanismo. E la presunta cifra elusa, sempre secondo gli inquirenti, da tutti e tre i fratelli ammonterebbe a circa 700 milioni di euro.

 

 

 

E non è finita qui. Secondo quanto si apprende, si allargano anche le contestazioni per tutti gli indagati: i magistrati, che coordinano le indagini del nucleo di polizia economico finanziario delle Fiamme gialle, contestano infatti anche il periodo temporale relativo agli anni 2016 e 2017, con importi aumentati; oltre alla ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato, perché con la successione in Svizzera non avrebbero state pagate tasse di successione in Italia. Dunque l’entità complessiva delle imposte finite sotto la lente degli inquirenti potrebbe crescere ulteriormente.

Il primo round dell’inchiesta si è però chiuso a favore di John Elkann. Il tribunale del riesame ha accolto parzialmente il ricorso degli avvocati dell’amministratore delegato di Exor e di Gianluca Ferrero, storico commercialista della famiglia, sulle perquisizioni ordinate dalla procura di Torino e già effettuate.

 

 

 

Il decreto dei pm è stato annullato solo in parte ma, secondo quanto si ricava dal dispositivo, è una parte significativa. Sono stati restituiti i telefonini, i computer e gli altri dispositivi presi in consegna dalla Guardia di Finanza. Cosa che porterà ad annullare gli “accertamenti tecnici irripetibili”, che erano in programma per venerdì. Disposta la restituzione di moltissimi documenti. Spiccano, su tutti, quelli che riguardano Dicembre, la cassaforte che controlla tutte le società del gruppo. I difensori avevano fatto presente al tribunale che la quantità di materiale sequestrato era sovrabbondante rispetto all’ipotesi di reato: il concorso nella «dichiarazione infedele dei redditi» di Marella Caracciolo, proprio per gli anni 2018 e 2019.

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