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Silvio Berlusconi, i giudici smontano Travaglio: "Nessun legame dimostrato con la mafia"

Andrea Valle
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Mentre a Firenze scatta un sequestro da oltre 10 milioni di euro ai danni di Marcello Dell’Utri, a Palermo il tribunale rigetta una richiesta della procura di sottoporre l’ex senatore di Forza Italia alla sorveglianza speciale e di confiscare i suoi beni. Ma la motivazione del provvedimento smonta il teorema secondo cui Berlusconi avrebbe pagato il silenzio di Dell’Utri sui rapporti dell’ex premier con la mafia. I giudici palermitani lo hanno messo nero su bianco il 13 marzo scorso. «La tesi della connessione fra gli enormi versamenti ed un possibile patto criminale tra Dell’Utri e Berlusconi e/o la riconoscenza (o la remunerazione) per il silenzio serbato dal Dell’Utri circa i rapporti fra Berlusconi e Cosa nostra» scrivono i magistrati, «presta il fianco alla finora indimostrata esistenza di accordi fra il sodalizio criminale e Berlusconi, sia in campo imprenditoriale che politico».

Le inchieste condotte, infatti, non sono riuscite a dimostrare il legame tra l’ex premier e la mafia. «A nessun approdo giudiziario sono giunte le indagini in passato condotte su tali ipotesi investigative» prosegue il tribunale di Palermo, aggiungendo che «anche le dichiarazioni accusatorie rese sul punto da alcuni collaboratori sono state valutate e ritenute inattendibili o non sufficientemente dettagliate ed affidabili».

 

FLUSSI DI DENARO
Quanto ai flussi di denaro indirizzati da Berlusconi a Dell’Utri, i giudici sostengono che non possono essere ritenuti illeciti, come invece ritiene il pubblico ministero.
Se «è condivisibile l’impossibilità- allo stato degli atti- di ricostruire le effettive ragioni di tali versamenti», scrivono i magistrati, «certamente non possono condividersi le conclusioni cui giunge nella sua proposta il pubblico ministero».

Il quale prima sostiene che non si può dire con certezza che i versamenti «rappresentino il frutto dell’estorsione» o «dazioni dovute per occulte cointeressenze» di Dell’Utri nel patrimonio di Berlusconi; e poi spiega che i pagamenti sono «indubbiamente» non «lecitamente spiegabili». Per il tribunale di Palermo le cose stanno diversamente: «Non può presumersi la natura illecita di entrate comunque tracciate, e delle quali i protagonisti hanno fornito una spiegazione non smentita dalle evidenze».

A conclusioni diverse sono invece giunti i magistrati di Firenze che, con un’ordinanza del 12 marzo, hanno disposto il sequestro di 10 milioni e 840mila euro a carico di Dell’Utri e di sua moglie. Siccome l’ex senatore non ha comunicato variazioni del suo patrimonio, cosa a cui era tenuto in quanto condannato per concorso esterno, il giudice per le indagini preliminari, Antonella Zatini, su richiesta della procura distrettuale antimafia, ha ordinato la confisca delle somme. In totale, nei conti correnti intestati a Dell’Utri e alla moglie sono stati trovati movimenti per 42,6 milioni di euro in dieci anni, tra i quali figurano versamenti di denaro disposti a nome di Berlusconi.

In particolare, 10 bonifici da 90mila euro ciascuno con causale «donazione», più un altro da 20mila euro a titolo di rimborso, fatti dall’ex premier tra il 19 maggio 2021 e il 22 maggio 2023. I magistrati hanno anche scovato alcuni prestiti infruttiferi per un totale di 10,5 milioni, erogati in più tranche da Berlusconi alla moglie di Dell’Utri, Miranda Ratti, dal 2016 al 2020.

 

Le operazioni coinvolgono pure società del gruppo del Cave riguardano anche compravendite immobiliari. Il gip ritiene che «l’entità delle transazioni indebitamente non comunicate alle autorità» dall’ex senatore ammonta a «10 milioni e 840.000 euro» di cui «8.250.000 euro complessivi, apparentemente attribuiti a Miranda Ratti in movimentazioni economiche successive all’aprile 2018, siano in realtà da attribuire a Marcello Dell’Utri». Secondo il gip, che si basa sulla testimonianza di un dirigente berlusconiano, tra Dell’Utri e Berlusconi c’era un accordo che prevedeva il pagamento di 30mila euro al mese, come confermano i bonifici relativi a 900mila euro emessi a titolo di donazione tra il 2021 e il 2023.

Per gli avvocati di Dell’Utri «il sequestro riguarda somme» ricevute dall’ex senatore e dalla moglie attraverso bonifici «leciti e trasparenti» fatti dall’ex premier «per ragioni di affetto e gratitudine verso l’amico Dell’Utri». In una nota Giorgio Perroni, legale della famiglia Berlusconi, afferma che «sono quasi due anni che la ricostruzione fiorentina è stata smentita e, malgrado ciò, si continua a calunniare Berlusconi».

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