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Toti, è toga-party. Le due strade del centrodestra: resistere o reagire

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Il toga party è (ri)cominciato. I segnali ci sono tutti: prima l’inchiesta di Bari che apre una crisi d’identità tra i democratici del regno di Puglia, poi il botto di Genova con l’arresto del presidente della Liguria Giovanni Toti, infine i rumors sempre più forti su Milano, dove il sindaco Beppe Sala si ritrova a dover convincere la magistratura che l’urbanistica della città, il suo sviluppo, gli investimenti, non sono un capriccio d’interpretazione delle regole da parte dei signori procuratori della Repubblica, ma il cuore dell’azione politica di una giunta, di un governo, di chiunque debba fare l’interesse generale e assicurare un futuro di crescita.

Il ballo in maschera della magistratura dovrebbe preoccupare tutti, perché se è vero che chi sbaglia paga e va assicurato alla giustizia, è ancor più vero che il giustizialismo può uccidere una nazione, toglierle ogni speranza, ridurre la sua classe dirigente a poca cosa, cioè a coloro che non hanno un mestiere e si rifugiano nella politica (...)

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