Già, e se Alberto Stasi fosse innocente? Un'ipotesi che tanti, per molti anni, hanno considerato, spesso condiviso. Ipotesi che con l'apertura dell'inchiesta ritorna, ovviamente, di prepotenza. Quanto sta accadendo in questi giorni ha dell'incredibile, al netto dell'operato - passato e presente - della magistratura: i riflettori puntati su Andrea Sempio e le Gemelle K, l'impronta. Insomma, sta accadendo di tutto e tutto appare possibile.
Ed in questo contesto, ecco che il sito de La Stampa dà voce a Stefano Vitelli: era il 17 dicembre 2009 quando Vitelli, all'epoca un giovane gup, assolse in primo grado Alberto Stasi, l'accusa ovviamente era quella dell'omicidio di Chiara Poggi. Al tempo, Vitelli finì nel mirino di certa stampa che lo bollò come "il giudice iper-garantista", la toga che diede all'opinione pubblica un colpevole, ovvero Stasi.
E 16 anni dopo le possibilità che Vitelli avesse ragione tornano a salire (Stasi fu poi condannato dopo che un nuovo processo ordinato dalla Cassazione). E a La Stampa spiega perché "Alberto Stasi è innocente". Lo fa in una lunga intervista nella quale torna a riflettere sulla sentenza del dicembre 2009: al centro delle riflessioni di Vitelli il principio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio", principio che lo portò ad assolvere Alberto Stasi.