È guerra: l'Associazione nazionale magistrati ha dato vita al "Comitato a difesa della Costituzione" contro la riforma della magistratura in vista del referendum. Secondo il presidente dell'Anm Cesare Parodi "la partita è aperta" e "non lo diciamo noi, abbiamo dei sondaggi da cui sembrerebbe il Paese abbastanza diviso e non mi piace l'idea che un Paese si debba dividere su un tema: forse bisognava arrivare a una soluzione condivisa". "Temevamo, giustamente, che aprirci ad altre associazioni nel Comitato potesse essere tacciato di condizionamento ideologico - spiega Parodi - e quindi abbiamo scelto di fare un Comitato nostro a cui potranno però aderire i singoli e non altre associazioni: con altre associazioni e con altri Comitati, che sono certo nasceranno, avremo un dialogo costruttivo ma abbiamo preferito non lasciare nessun dubbio sulla nostra appartenenza e sul nostro desiderio di difendere da soli - ma con tutti i singoli che ci vorranno aiutare - la nostra posizione".
E proprio sul braccio di ferro con l'esecutivo, Parodi spiega: "Non sono preoccupato" dagli attacchi "meno che mai intimorito, ma sono dispiaciuto che non si possa avere un confronto in termini accettabili". "C'è una escalation di argomentazioni che diventano sempre più deboli sul piano dei contenuti e più forti sul piano espressivo - rincara la dose -. Mi aspetto di tutto, noi avremmo voluto mantenere questo confronto in termini di dialogo e di confronto di idee, ma ci sono una serie di soggetti evidentemente molto interessati a questa vicenda che ritengono di dover andare su un piano completamente diverso".
Sul tema il segretario dell'Anm Rocco Maruotti aggiunge: "Si chiamerà 'Comitato a difesa della Costituzione'. Vi è una limitazione a chi ha avuto incarichi politici, anche in un passato non troppo recente, ma con tutti questi soggetti si potrà dialogare e fare un lavoro comune, potranno essere invitati a eventi organizzati dal Comitato". Tuttavia, conclude, "è stato deciso di riservare l'adesione formale a soggetti che non hanno avuto incarichi politici in passato o tanto meno ad associazioni di rilevanza politica".
Immediata la replica del viceministro alla Giustizia. "La nostra non è una riforma contro la magistratura. Lo dico con molta chiarezza e determinazione. È una riforma che cerca di proteggere il cittadino che entra in un'aula, perché sappia che chi lo giudica non è 'cugino' di chi lo accusa. Quanto al sorteggio per i componenti del Csm, serve semplicemente a proteggere i giudici dal correntismo. Dove sta scritto che un giudice per fare carriera si deve scrivere a una corrente? - tuona Francesco Paolo Sisto intervenendo alla festa del Fatto quotidiano -. Il sorteggio è un 'cortisone salvavita con effetti collaterali'. Non è elegante, ma è il solo sistema per spezzare il rapporto che c'è tra l'Anm e le correnti. Qualcuno dice che il Pubblico ministero ha la cultura della giurisdizione e che, se si separa dal giudice, quella cultura si può perdere. Per chi come me ha 40 anni e passa di aule giudiziarie, la cultura della giurisdizione è soltanto il rispetto delle regole", conclude.