"Lette le stimolanti riflessioni e preso atto del fatto che anche loro sono pronti a salire a cavallo, avrei una domanda da porre ai colleghi 101: cosa voteranno al referendum? Io credo di saperlo, ma magari mi sbaglio e sarei interessato a sentirlo dalla loro voce". Ieri mattina, martedì 16 settembre, è comparso questo messaggio nella maining list dell'Anm. L'autore è Marco Patarnello, giudice di Magistratura democratica. La stessa toga che lo scorso ottobre definì Giorgia Meloni più pericolosa di Silvio Berlusconi. La trovata di Patarrnello è parsa quasi come una sorta di schedatura per capire cosa pensano i colleghi riguardo alla riforma della giustizia.
Come rivela il Tempo, che dà conto della peculiare vicenda, ad accendere la miccia è stata una mail dei rappresentanti di ArticoloCentoUno nel Comitato direttivo dell’Anm, Natalia Ceccarelli e Andrea Reale, gli stessi che avevano portato alla luce il bilancio "in rosso" del sindacato delle toghe. "Si è discusso, a porte chiuse (con il nostro voto contrario sulla modalità prescelta), dell’impegno di spesa da destinare al neocostituito Comitato a difesa della Costituzione - si legge nel report di Articolo101 - che svolgerà campagna per il NO al referendum di ratifica della legge costituzionale di riforma della Magistratura. È nota la nostra già dichiarata scelta di non aderire alla modalità di partecipazione al confronto referendario mediante Comitato, che inevitabilmente trasformerà l’Associazione in un collettore di opinioni politiche sul concreto esercizio del potere legislativo, svilendo la credibilità della categoria quale interlocutore qualificato del Riformatore".
Almasri, Bartolozzi indagata: sull'Anm aveva ragione Carlo Nordio?
Giusi Bartolozzi indagata. Il capo gabinetto del ministro Carlo Nordio, secondo quanto rilanciato inizalmente dall'a..."Inutile dire che la seduta si è svolta all’insegna dell’entusiasmo delle correnti, che hanno salutato - si legge ancora - la nascita del Comitato a difesa della Costituzione con l’atteggiamento di chi ha finalmente lo strumento e i mezzi per scendere nell’agone referendario. 'Se vuoi giocare a polo devi salire a cavallo', qualcuno ha esclamato con malcelato compiacimento... e chi non accetta queste regole del gioco è fuori dal confronto". Da qui la presa di posizione di Ceccarelli: "Evidentemente per Patarnello la segretezza del voto (art. 48) è un valore costituzionale rinunciabile. Cominciamo bene".