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Garlasco e le "divergenze": Sempio e Garofano, cosa c'è davvero dietro allo strappo

di Claudio Brigliadorimercoledì 1 ottobre 2025
Garlasco e le "divergenze": Sempio e Garofano, cosa c'è davvero dietro allo strappo

(Ansa)

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La causa ufficiale della separazione professionale tra Luciano Garofano, ex generale del Ris di Parma, e Andrea Sempio, indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi, è rappresentata dalle "divergenze" tra lo stesso Garofano e i legali di Sempio, Massimo Lovati e Angela Taccia. In particolare, gli avvocati non avrebbero accolto i suggerimenti scientifici del consulente relativi allo svolgimento dell'incidente probatorio, tutt'ora in corso, e alla possibile estensione dello stesso.

Si tratta dell'ultimo scossone nell'inchiesta bis di Garlasco, a poche ore dalla notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati alla Procura di Brescia dell'ex procuratore di Pavia Mario Venditti per corruzione in atti giudiziari. Secondo gli inquirenti, Venditti avrebbe accettato 20/30mila euro dalla famiglia Sempio per archiviarlo nel corso della prima inchiesta che vedeva coinvolto il ragazzo, nel 2017. In questo senso, una volta appreso dello strappo di Garofano, in tanti sui social hanno ripescato una celebre dichiarazione dello scorso giugno dell'ex generale a Quarto grado su Rete 4: "Voglio difendere quella verità che è stata decisa da un tribunale e rivendicare il lavoro che abbiamo fatto, al di là degli errori che sono stati commessi - spiegava Garofano a Gianluigi Nuzzi -. Io credo in questa verità e nell'innocenza di Andrea Sempio. Se dovessi trovare la minima traccia di colpevolezza, consiglierei agli avvocati di portarlo in Procura. Se scoprissi che è colpevole lascerei il mandato".

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L'incarico era stato conferito da Sempio a Garofano già nel gennaio 2017, incarico quindi confermato nel procedimento per il quale è in corso l'incidente probatorio davanti alla giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli. Nel rispetto della "autonomia decisionale dei difensori nella scelta delle strategie difensive", Garofano ritiene che siano venuti meno i presupposti per mantenere l'incarico. "Quella indicata è l'unica ragione alla base della rinuncia all'incarico di consulente in favore di una persona che, sulla scorta di tutte le evidenze scientifiche acquisite, meriterebbe di essere scagionata dall'ipotesi di reato per la quale risulta indagata" sottolinea l'ex comandante del Ris di Parma.

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Con riferimento agli "sconsiderati e gravi attacchi mediatici" relativi alla somma ricevuta, nell'aprile 2017, da parte dell'indagato Sempio, Garofano ribadisce che si tratta del pagamento di "prestazioni professionali" per una "consulenza genetico forense negli interessi della famiglia di Andrea Sempio" scritta sulla scorta di documenti e atti che gli vennero forniti dai difensori. Un lavoro - terminato il 27 gennaio 2017 e mandato via mail ai legali -, per cui fu emessa una fattura "dell'importo di 5.000 euro oltre accessori di legge". Garofano ha conferito mandato ai propri avvocati "affinché procedano nelle competenti sedi giudiziarie nei confronti di coloro che lo hanno diffamato ipotizzando il suo coinvolgimento in vicende di rilevanza penale, vicende alle quali egli era ed è del tutto estraneo".