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Lagerfeld boccia la moda italiana: troppo volgare

Il kaiser della moda spara a zero sulla creatività italiana. Lo stilista di Chanel: più adatta a Berlusconi che allo stile del bel Paese

Costanza Signorelli
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Nelle città della moda si litiga. New York, Londra, Milano e Parigi hanno appena finito di presentare le collezioni di pret à porter dedicate alla prossima estate  e, mentre si discute animatamente sull'ordine che le Capitali del fashion dovranno seguire a partire dalla prossima stagione a causa della decisione imposta da New York,  che avrebbe autonomamente deciso di posticipare la sua presenza in calendario a discapito della settimana del ready to wear italiana,  dalla Francia arriva l'ennesima  stoccata al made in Italy: La moda italiana? Che volgarità! Una moda adatta a Berlusconi - A colpire il nostro estro uno dei più stimati stilisti della fashion industry, l'eccentrico Karl Lagerfeld, mente creativa che da decenni guida le collezioni firmate Chanel. Il kaiser della moda, che con l'Italia vanta un rapporto piuttosto stretto –non solo da anni si prende cura anche delle collezioni di Fendi ma la sua collaborazione con Hogan è stata rinnovata già tre volte-  non sembra aver gradito la maggior parte delle passerelle milanesi, colpevoli secondo lui di proporre una moda poco adatta alla fashion industry più alta (e ai suoi adepti)  perché troppo volgare.  "A Milano in primavera si sono disegnati costumi pieni di strass e cose del genere, questo può essere adatto forse a Berlusconi, ma non al Paese reale. Io invece ho proposto cose che le donne italiane possono usare tutti i giorni. Gli altri fanno solo bling-bling", ha dichiarato lo stilista al Frankfurter Allgemeine Zeitung nel corso di un'intervista. Non c'è pace per la moda italiana -  L'Italia della moda non sembra trovare pace,  prima la 'strizzata' alle giornate di sfilate momentaneamente imposta da New York – cui la Camera nazionale della moda italiana sembra pronta a far guerra consolidando l'alleanza con la Francia, altra potenza di settore (qui sfilano nomi come Chanel, Louis Vuitton, Givenchy)- poi l'attacco lanciato dalle pagine di Repubblica da Anna Wintour, più concentrata a giudicare la moralità del premier che le collezioni presentate in passerella e adesso i commenti  di Lagerfeld sulle produzioni  ‘bling bling' degli stilisti nostrani colpevoli a suo dire di una creatività troppo ostentata  . Quand'è che la moda ha smesso di fare rima con l'eleganza per far coppia con la maldicenza? di Donatella Perrone

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