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Dalla Winehouse al ritorno di Versace: l'alta moda saluta Parigi

L'haute couture non teme la crisi. La kermesse in tre giorni ha dato nuova linfa all'alta moda

Andrea Tempestini
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Le pagine della moda parigina si chiudono con l'haute couture di Valentino. Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli rendono omaggio alla femminilità  con una collezione che è un inno all'eleganza in ogni sua uscita,  decisa a sfatare la regola che troppo spesso chiama il lusso a far rima con sfarzo e opulenza. Da Valentino di lusso ce n'è stato in abbondanza, ma declinato con grazia. Richiama la natura e i prati fioriti senza però scadere nella banalità, e apre la strada ad un nuovo modo di intendere la couture, che diventa senza tempo, candida, pudica, che bandisce le scollature  e preferisce le ballerine di pizzo ai tacchi vertiginosi. Con buona pace delle indossatrici.   Da Gianni Versace ad Amy Winehouse - La  kermesse, strizzata in 3 giorni,  è riuscita nel suo intento: ha regalato ancora una volta la magia della couture, registrando un ritorno attesissimo, quello di Atelier Versace tra le fila dei nomi noti di stanza a Parigi. La  Medusa dopo una rapida incursione nel mondo del low cost (con la collaborazione con H&M)  torna a guardare all'alta moda da una gradinata dorata. Qui  un tableau vivant composto da modelli ultramoderni e lussuosissimi, preziosi come gioielli , ricchi di inserti metallici  che rivelano il dna forte della maison, ha dichiaratamente reso omaggio all'estro di Gianni Versace.  La primavera- estate 2012 è evidentemente la stagione degli omaggi. Da una parte l'estro di uno dei maestri dell'haute couture, dall'altra un'icona della musica e la firma di  Jean Paul Gaultier. Tra pizzi, merletti, gonne fascianti e una rock attitude ben dichiarata 47 ritratti glamour  hanno salutato Amy Winehouse  dalla passerella. Hanno sfilato al ritmo  dei suoi più grandi successi,  intonati da quattro cantanti gospel,  la strizzata polo-body “Rehab”, il giacchino “It took me by surprise”, la polo “Stronger than me”  e poi le scollature aggressive, gli abiti bustier, gli shorts in pizzo,  e l'immancabile cotonatura in versione multicolor abbinata al make up marcato,  cifra inconfondibile della cantante, per un ultimo adieu da parte della moda.  Il volo di Chanel - Dopo carillon, e panorami glaciali, questa è la volta del cielo blu visto dai finestrini di un aereo immaginario.  Per l'haute couture di Chanel Karl Lagerfeld  ha fatto ricostruire l'interno di una cabina nello storico Grand Palais con tanto di sedili da passeggero – di lusso- al posto delle sedie e modelle-hostess che sfilano nel  corridoio  coperto di moquette blu, colore dominate dell'intera collezione declinato in ogni sua sfumatura, dal carta da zucchero, al blu grigiastro  dei cieli nuvolosi a quello cupo della notte. Il blu poi sta a Chanel, come il verde, quello selvaggio della Savana ad Armani, che rompendo con il passato  in passerella per la sua collezione privée punta tutto su una rivoluzionaria donna serpente che si veste di squame e trame iridescenti e che nella natura trova ispirazione. Il passato di Dior e il futuro di Ginvenchy -  Da Dior invece si guarda al passato in attesa di poter dare il benvenuto al futuro. Del sostituto di Galliano ancora non si parla, ma nell'attesa Bill Gaytten ha studiato le linee ideate da Christian Dior riproponendo in passerella abiti dalle linee impeccabili, sapientemente confezionati, perfetti, lussuosi, ma così lontani dalle eccessive e brillanti creazioni di Galliano, da lasciare un senso di malinconia. Ci vorrebbe uno più prorompente, geniale come Riccardo Tisci(nel toto nomi degli ultimi mesi c'era anche lui),  che ancora una volta ha attirato l'attenzione –e il consenso unanime - sulla maison Givenchy. La sua è una creatività senza limiti che non ha paura di osare, e che spesso crea dei capolavori. L'ennesima conferma la da con l'innovativo abito di coccodrillo, lavorato scaglia per scaglia e ricamato su tulle trasparente. di Donatella Perrone

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