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Il vero SuperMario è Draghi:"Salverò l'euro"

Lucia Esposito
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Niente Giappone, niente Nintendo, ma un Super Mario c'è comunque: è Draghi, il presidente della Bce. Il numero uno dell'Eurotower, almeno a parole, mette il turbo: "Nessun Paese uscirà dall'Eurozona". E ancora: "L'unione monetaria è più forte di quanto si possa pensare". E soprattutto: "La Bce è pronta a fare tutto il necessario per salvare l'euro e, credetemi, sarà abbastanza", ha assicurato parlando alla Global Investment Conference, a Londra, alla vigilia della cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Quindi una nota di ottimismo: "Negli utlimi sei mesi l'area euro ha mostrato progressi straordinari". Eccolo, il turbo di Draghi, che con il suo effetto propulsivo ha messo le ali alle Borse (Milano saliva di oltre 3 punti percentuali) e ha zavorrato lo spread Btp-Bund, crollato come colpito da una clava sotto quota 500 punti base. E una battuta Draghi l'ha riservata anche al differenziale: "Il problema degli spread rientra nel mandato della Bce nella misura in cui il il livello di questi premi di rischio impedisce la giusta trasmissione delle decisioni di politica monetaria". Nell'intervento, infine, un passaggio sui Paesi più in difficoltà: "Italia e Spagna - ha rimarcato l'ex presidente di Bankitalia - hanno fatto progressi notevoli sul risanamento dei conti pubblici e riforme. Bisogna continuare in questa direzione".  Il nodo della licenza bancaria - Le parole di Draghi, per i mercati, sono state come un'oasi nel deserto, hanno avuto un effetto balsamico. L'entusiasmo per l'intervento del governatore, come detto, ha avuto ripercussioni mirabolanti su Borse e spread. Ma il punto è che le parole di Super Mario non bastano. Certo, frasi così nette sembrano preludere a un impegno reale da parte della Bce, a un reale cambio di passo: lasciano intravedere scenari differenti. L'Eurotower, però, deve agire, liberandosi della pressione dei Paesi contrari all'interventismo dell'istituto di Francoforte (Germania in primis). L'istituto può avere un ruolo chiave nell'ottenere la vociferata licenza bancaria a favore del fondo salva stati permanente, l'Esm, che dovrebbe diventare operativo - ammesso che Berlino lo ratifichi - in autunno. Il passo in avanti sulla licenza bancaria è stato svelato dal governatore della banca centrale austriaca, Ewald Nowotny: "Credo chi ci siano argomenti a favore", ha spiegato, pur negando che al momento la questione sia sul tavolo dei governatorei della Bce. Con la licenza, il fondo salva-Stati potrebbe aumentare esponenzialmente la sua potenza, ossia i fondi per un intervento, finanziandosi a basso costo proprio presso la Banca centrale europea di Draghi. Proprio ieri, mercoledì 25 luglio, dalle colonne del quotidiano di Confindustria il direttore Roberto Napoletano aveva sollecitato un intervento immediato della Banca Centrale europea che deve e può sfidare le resistenze del Parlamente tedesco procedendo con l'applicazione immediagta delle misure anti-crisi approvate da Bruxelles. 

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