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Monti convince la Finlandia"Lo scudo potrebbe servire"

Il presidente del consiglio ha convinto Katainen a dare l'ok al salva-Stati

Lucia Esposito
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Mario Monti ce l'ha fatta - almeno così sembra - a convincere il primo ministro finlandese Il presidente del Consiglio ha parlato con il premier Katainen per trovare una soluzione alla crisi e ai pericolosi corsi dello spread Btp-Bund. Una missione difficile, un appuntamento a cui però Monti è arrivato forte dell'asse con il presidente francese Hollande e dell'ammorbidimento del rigorismo della Merkel. Non era facile spuntarla perché l'economia finlandese vola e perché Helsinki non voleva saperne di "accollarsi" il debito dei paesi in sofferenza. Ma se, da un lato, il Professore pare aver "scrollato via" le indecisioni della nomenklatura del paese nordico, dall'altro, per la prima volta, arriva una pericolosa ammissione: "L'Italia, se i mercati non fossero convinti delle nostre manovre, potrebbe aver bisogno degli aiuti del meccanismo anti-spread". Un netto cambio di rotta, un diverso paradigma, una posizione opposta rispetto a quella mantenuta da Monti nelle ultime settimane, quando scacciava via come una mosca fastidiosa l'ipotesi di ricorrere agli acquisti di titoli di Stato da parte del fondo Esm. La boccata d'ossigeno - Monti al premier finlandese ha spiegato di avere in mente una "sorta di intervento Efsf-Esm-Bce in varie combinazioni", così che i Paesi virtuosi possano avere "una boccata d'ossigeno". Durante la conferenza stampa il premier finalandese (41 anni da poco compiuti) ha precisato: "Da Monti ho capito che la situazione non è ingiusta solo per noi". E ancora: "Molti di noi trovano la situazione ingiusta, perché i finlandesi credono in un'Unione europea basata su regole severe, regole che pretendono che non ci siano diverse interpretazioni, ma che siano uguali per tutti. Abbiamo visto che non era così. In Finlandia molti hanno perso il lavoro per la crisi del debito sovrano in Europa, non per un cattivo comportamento del Paese". E per affrontare la crisi dei debiti sovrani i Paesi devono proseguire sulla strada delle riforme intrapresa, ma serve anche una "soluzione europea" che dia il tempo ai mercati di valutare i progressi fatti dai governi. "Potremmo avere bisogno di aiuti" - Ma, come detto, per la prima volta il premier ha parlato della possibilità che all'Italia servano aiuti. Lo ha fatto nel corso della conferenza stampa seguita all'incontro finlandese: "In questo momento l'Italia non ha bisogno di aiuti particolari, protrebbe averne bisogno non per il salvataggio della sua economia ma in reazione alla lentezza con cui imercati comprendono gli sforzi fatti dal nostro e da altri Paesi Ue". Frasi scivolose, un giro di parole per spiegare che, sì, l'Italia potrebbe chiedere (suo malgrado) gli aiuti del fondo salva-Stati. Monti ha spiegato che quello che serve come "medicina" è il funzionamento dei mercati per i titoli di Stato all'interno dell'eurozona. "Se quell'aiuto verrà dato, nel senso di una migliore governance della stabilità, allora l'Italia verrà aiutata". Il premier, inoltre, ha commentato le dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi che la scorsa settimana ha rassicurato i mercati dicendo che avrebbe fatto di tutto per salvare l'euro. "In particolare sono stato colpito dalla chiarezza con  cui il presidente della Bce ha detto che uno spread troppo selvaggio tra tassi di interesse può minare l'efficacia dei meccanismi delle politiche monetarie. Il che è un un argomento all'interno del mandatodella Bce".  Nuova bordata della Bundesbank - Ma proprio mentre era in corso il suo faccia a faccia di Monti con il primo ministro finalandese, la Bundesbank (la banca centrale tedesca) ha lanciato una nuova bordata contro la Bce, che non "deve superare i limiti del proprio mandato". "È delicato per un capo di governo parlare di quello che deve fare la Banca centrale europea. Mi auguro che tutti i membri del board della Bce mostrino lo stesso grado di rispetto per l'indipendenza dell'istituzione, così come fanno i capi di governo", ha commentato a caldo Monti. Che ha proseguito: "Molti di noi trovano la situazione ingiusta, perché i finlandesi credono in un'Unione europea basata su regole severe, regole che pretendono che non ci siano diverse interpretazioni, ma che siano uguali per tutti. Abbiamo visto che non era così. In Finlandia molti hanno perso il lavoro per la crisi del debito sovrano in Europa, non per un cattivo comportamento del Paese". E per affrontare la crisi dei debiti sovrani i Paesi devono proseguire sulla strada delle riforme intrapresa, ma serve anche una "soluzione europea" che dia il tempo ai mercati di valutare i progressi fatti dai governi.  

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