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Ilva, dal governo 336 milioniE il Riesame decide sul sequestro

Il consiglio dei ministri stanzia i fondi per il risanamento dell'impianto, attesa per la decisione del Tribunale

Lucia Esposito
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Una giornata cruciale per l'Ilva di Taranto dove ieri, giovedì due agosto, i Cobas e i centri sociali hanno contestato i sindacati. Questa mattina, venerdì 3 agosto, è cominciata l'udienza davanti al Tribunale del Riesame di Taranto presieduto da Antonio Morelli sui ricorsi presentati dall'Ilva sul sequestro degli impianti dell'area a caldo dello stabilimento siderurgico e dei difensori e dei difensori degli otto dirigenti ed ex dirigenti dell'Ilva arrestati il 26 luglio scorso, attualmente ai domiciliari. I legali dello stabilimento hanno chiesto il dissequestro degli impianti (i sigilli sono stati messi lunedì 30 luglio) La decisione dei giudici dovrà essere depositata entro giovedì 9 agosto. La Procura, durante l'udienza, ha solleato un'eccezione in cui si chiedeva di decidere esclusivamente sui ricorsi riguardanti gli arresti degli otto dirigenti dell'Ilva, aggiornando, l'udienza alla ripresa dell'attività guidiziaria, cioè dopo il 15 settembre, sul ricorso presentato dall'Ilva contro il sequestro dei sei impianti.  La riqualificazione - E nel primo pomeriggio il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per la riqualificazione ambientale dell'area sbloccando 336 milioni di euro per gli interventi di bonifica e risanamento dell'area dell'Ilva di Taranto. Lo ha detto il ministro dell'Ambiene Corrado Clini. In una nota si legge: "Tra gli interventi di manutenzione straordinaria del territorio, sono incluse misure per il risanamento ambientale e la riqualificazione di Taranto previste dal Protocollo d'intesa firmato il 26 luglio 2012 e relativo anche alla questione dell'Ilva; tra queste, interventi per il risanamento del quartiere di Tamburi". Il ministro dell'Ambiente ha aggiunto che l'Ilva  "ha accolto il mio invito a superare i contenziosi per avviare un tavolo tecnico e cominciare a lavorare e trovare soluzioni tecnologiche più adeguate". In questo modo, ha continuato Clini, "potremo sottoscrivere un accordo tra le parti che vincoli l'impresa. E' un modo di lavorare in Europa e l'Ilva è una grande azienda". La decisione dell'azienda di suprerare i contenziosi è per Clini "un'ottima notizia". Il ministro auspica di trovare soluzioni per ridurre le emissioni attraverso tecnologie più adeguate "entro una settimana". Il decreto legge, ha poi precisato, "non dà indicazioni specifiche nel merito" ma "attiva procedure per velocizzare" gli interventi.  Le reazioni - La decisione del governo è stata accolta favorevolmente dal presidente della Regione Nichi Vendola: "La scelta del governo è stata quella di accogliere il suggerimento che la Regione Puglia, la Provincia e il Comune di Taranto, la deputazione parlamentare avevano avanzato ieri nel corso dell'incontro a Bari". Per Vendola il decreto legge "è lo strumento giusto, svincola immediatamente risorse che possono essere subito cantierizzate e individua la figura di un commissario straordinario per la gestione di questa fase". Ma proprio sulla figura di un commissario tecnico, il ministro Clini non si sbilancia e a chi gli chiede se sarà il presidente della Regione Puglia risponde: "Non so se sarà Vendola o qualcun altro. Deciderà la Regione". Critiche, invece, da Italia dei Valori: "Lo stanziamento di risorse per la bonifica nelle aree inquinate dall'Ilva di Taranto è solo un primo passo, parziale ed insufficiente - si legge in una nota di Felice Belisario e Maurizio Zipponi -. L'Esecutivo non ha fatto nulla per bloccare le cause dell'inquinamento, intervenendo solo sui gravissimi effetti prodotti sul piano ambientale e sanitario".

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