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Schwazer fermato dal doping:ho sbagliato, la mia corsa è finita

Per l'atleta potrebbe arrivare una squalifica di due anni

Leonardo Diana
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 "Ho sbagliato, la mia carriera è finita, ho distrutto tutto quanto di buono ho fatto in quersti anni, tutto cancellato. Non riesco più a guardarmi allo specchio.Avevo paura di non farcela con il solo allenamento". Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Alex Schwazer: il 28enne marciatore altoatesino racconta dell'esclusione-choc dall'Olimpiade di Londra per doping. Epo, per la precisione. Più che una mazzata, un ciclone sull'Italia dell'atletica che puntava su di lui, vincitore dell'oro nella 50 km a Pechino 2008, per raccogliera l'unico successo pronosticabile ai Giochi. E invece ora rimangono solo i cocci di un sogno diventato incubo sportivo. Amaro il tecnico della marcia Michele Didoni, in lacrime: "MI ha telefonato lui per dirmelo. Come sto? Gli ho messo in braccio mia figlia di venti mesi, mi sento tradito, è stata una pugnalata alla schiena". Il mea culpa del padre - Mentre suo figlio sta per il momento ancora chiuso in casa a Calice, una piccola frazione di Racines, a parlare è il padre Josef .  ''Per fortuna ha fatto solo questo. Si è liberato. Così non poteva andare avanti. Spero che adesso possa condurre una vita normale''. Secondo Josef Schwazer, suo figlio ''psicologicamente non reggeva più. Si era chiuso in se stesso. Si allenava da solo. Spero di poter rimediare agli errori che ho fatto con lui''. ''Per Alex - ha aggiunto - oggi non è il giorno più brutto, il peggiore è quello che verrà. Ripeto, la colpa è mia. Nei momenti difficili serve un padre che riesca a stare vicino ad un figlio. Per questo chiedo perdono ad Alex. Tireremo avanti''. L'uomo spera che Alex ora si goda la vita. ''Era schiacciato da un peso che non riusciva più a sopportare. Ma ha una fidanzata speciale che gli sta accanto'', ha concluso Josef Schwazer.  Due anni di squalifica - Dunque, la squalifica per due anni sembra essere alle porte e anche l'Arma dei Carabinieri - l'atleta è in forza al Centro Sportivo di Bologna, prenderà i suoi provvedimenti disciplinari. Va detto che nell'ultimo biennio, l'atleta azzurro si era spesso isolato, era apparso ostile. Aveva lasciato la sua sede abituale di Saluzzo, quella della scuola dei Damilano, perchè, a dir suo, voleva restare più vicino a casa e alla sua fidanzata Carolina Kostner. Con Sandro Damilano era entrato in polemica e anche con Giorgio Rubino il rapporto si era guastato. Ultimamente si era trasferito a Settimo Milanese, ma molto spesso si allenava a Celerina in Svizzera e a Oberstdorf.  Il pentimento - "Ho preso questa disgraziata iniziativa a metà luglio ma quello che ho fatto prima è tutto pane e acqua". Queste le parole dell'atleta travolto dallo scandalo che confessa: "Non voglio andare in prigione, nessuno mi iniettato l'eritropoietina, ho fatto tutto da solo, ho comprato tutto su internet". Sempre su La Gazzetta dello Sport, Schwazer parla senza troppi giri di parole dell'errore che le è costato la partecipazione e Londra e forse la fine di una carriera. Al giornalista che gli chiede il perché di tale gesto, Alex risponde: "Lo scorso anno ai Mondiali di Daegu, in Sud Corea, i russi mi hanno detto in faccia che loro usano delle cose. Questo pensiero mi girava in testa, era un tarlo". La lista nera - Il nome di Schwazer si aggiunge alla lista di altri marciatori che hanno fatto uso di doping. Nell'estate 2008 erano finiti nella bufera, anch'essi per Epo, i marciatori Alexei Voyevodin, Vladimir Kanaykin e Viktor Buraev tutti e tre allenati da Viktor Chegin. Tra i recenti casi di doping nella marcia anche quello dello spagnolo Francisco Javier Fernandez.  

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