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Ilva, il gip: "Fermate la produzione e risanate tutti gli impianti"

La Procura di Taranto che indaga per disastro ambientale impone lo stop ed esclude il presidente Ferrante dalla gestione delle attività delle aree a caldo

Giulio Bucchi
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  Obbligo di risanare gli impianti dell'area a caldo sequestrati per disastro ambientale ma "senza prevedere alcuna facoltà d'uso" degli stessi "a fini produttivi": nuovo capitolo del caso Ilva, lo stabilimento siderurgico di Taranto su cui è in corso un'inchiesta della Procura. A disporre il provvedimento è stato il gip di Taranto Patrizia Todisco. Non solo: nella stessa ordinanza, notificata venerdì sera, il gip ha assegnato le funzioni ai quattro commissari giudiziali e in particolare ha escluso Bruno Ferrante, presidente dell'Ilva, dalla gestione delle attività delle aree a caldo, poste sotto sequestro, limitandolo invece alle sole aree non sequestrate. Immediata la replica dell'azienda che ha impugnato il provvedimento e convocato il consiglio di amministrazione. "Il presidente di Ilva, Bruno Ferrante - si legge in una nota dell'azienda - ha dato mandato ai propri legali di impugnare immediatamente il provvedimento del giudice delle indagini preliminari di Taranto, notificato ieri 10 agosto 2012. Ha altresì convocato il consiglio di amministrazione della società per le determinazioni conseguenti".      

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