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Grillo fascista, Bersani piduista: è sinistra a lingua armata

Giulio Bucchi
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  Grillo e Di Pietro fascisti, Bersani piduista. I toni sono quelli da Anni Settanta e Ottanta, piena Prima Repubblica. Toni tipici, come ha sottolineato il Fatto quotidiano di domenica, di una certa cultura de sinistra. Il weekend bollente del Partito democratico è partito sabato da Reggio Emilia, alla Festa dem, quando dal palco Pier Luigi Bersani ha arringato la folla prendendosela coi nemici numeri uno del Pd. Berlusconi e i suoi? No, i "populisti" Beppe Grillo e Antonio Di Pietro, definiti "fascisti del web" per le loro campagna giudicate denigratorie e offensive anche contro lo stesso Bersani. "Vengano qui a parlare", lo ha sfidati il segretario democratico. Dopo le ovvie polemiche e la dura replica di Grillo di cui vi diamo conto nell'articolo, Bersani, lunedì 27 agosto, ha ribadito il concetto: "Rispetto tutti e voglio parlare con tutti, e intendo approfittare anch'io della sacrosanta libertà della rete - ha spiegato il leader democratico. - Non insulto nessuno, né tantomeno voglio iscrivere qualcuno al partito nazionale fascista che, per fortuna, non c'è più. Ho detto, e intendo ripetere, una cosa semplice e precisa. Frasi del tipo: 'siete dei cadaveri ambulanti, vi seppelliremo vivi' e così via, sono le frasi di un linguaggio fascista, così come lo abbiamo conosciuto in Italia".  La replica di Beppe - E se Di Pietro, dopo la prima esternazione di Bersani, (non invitato a Reggio Emilia) ha replicato usando toni insolitamente miti ("Non siamo fascisti, è la protesta di cittadini esasperati"), Grillo ha risposto da par suo, naturalmente via blog.  "Si rassicuri - scrive Grillo rivolgendosi al segretario del Pd - lei non è un fascista. E' solo un fallito. Lo è lei insieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco dell'Italia e che ora pretendono di darci anche lezioni di democrazia. Per rimanere a galla farete qualunque cosa. A Reggio Emilia si celebra Pio La Torre mentre si tratta con l'Udc di Cuffaro. Amen". E ancora: "A Bersani non mi sognerei mai di dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio, spartendo insieme a loro anche le ossa della Nazione".  E poi via un po' di sassolini dalle scarpe: "Quando mi presentai 'in carne e ossa' per la segreteria del pdmenoelle mi fu impedito. Chi era il fassissta, caro Bersani? Il MoVimento 5 Stelle ha rifiutato ogni rimborso elettorale, il pdmeneolle non ha mollato neppure l'ultima rata dello scorso giugno perché già spesa. Chi fa il fassissta con il finanziamento pubblico abolito da un referendum, caro Bersani? Chi voleva il nucleare 'pulito' nonostante un referendum contrario? Io ho girato l'Italia con un camper, a mie spese, per fare campagna elettorale. Senza scorta. La Finocchiaro con la scorta ci fa la spesa e Fassino il primo maggio. Chi è il fassissta, caro Bersani? Lei ha ricevuto 98.000 euro da Riva, il padrone dell'Ilva, a che titolo? Chi è il fassissta, caro Bersani?".  Guerra civile - Una rissa bella e buona tra ex compagni. Tra i democratici è corsa alla replica piccata. Francesco Boccia definisce Grillo "un milionario in pantofole che, dall'alto della sua villa, dà ordini a persone che oggi non credono nella capacità della politica di risolvere i problemi di ogni giorno. Su questo al politica deve interrogarsi. Grillo istiga all'odio e soffia sul fuoco del conflitto sociale". Per Matteo Orfini "Grillo è in difficoltà" (sembrava il contrario) mentre il senatore Roberto Di Giovan Paolo giunge al colmo: "Ma Grillo dove è stato in questi vent'anni? Se avesse ragione sarebbe colpevole di omessa denuncia. In realtà sta facendo solo una banale campagna pre elettorale". Di Giovan Paolo sbaglia: la campagna elettorale è già partita, non solo da Grillo.         

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