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I Monti boys pensano già al voto: cinque ministri si candidano

Andrea Riccardi e Corrado Passera

Passera, Riccardi e Clini sognano la "Cosa Bianca", Barca e Profumo vicini al Pd. Il premier li sfotte: "Vedo che alcuni di voi scalpitano..."

Giulio Bucchi
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Fausto Carioti, su Libero di domenica, sottolineava come il programma di Mario Monti è talmente ambizioso, mastodontico e a lungo termnine che servirebbero 40 anni per realizzarlo. I professori non avranno magari 40 anni di tempo, ma altri cinque forse sì. I ministri si stanno preparando, infatti, a tornare in pista insieme ai politici nella prossima legislatura. Non ci sarà Elsa Fornero, ma secondo il Fatto quotidiano, cinque suoi colleghi sì. Da Corrado Passera a Corrado Clini, da Andrea Riccardi a Fabrizio Barca e Francesco Profumo, ecco gli scalpitanti Monti boys. Il sarcasmo del prof - Con Monti magari sul Quirinale, i candidati scalpitano. Lo stesso Monti scherzava in Consiglio dei ministri, venerdì: "Vedo che alcuni di voi sono pronti ai blocchi di partenza". Dopo una settimana di apparizioni e dichiarazioni (anche improvvide) al Meeting di Comunione e liberazione a Rimini, il sarcasmo del premier era un atto dovuto. L'agena sulla crescita, elefantiaca, non è solo sintomo di entusiasmo ed impegno. E' un po' un'ipoteca sul futuro per il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, più volte accostato quest'estate ad eventuali listoni civici o progetti centristi. Tutti scontano la freddezza del Pdl sulle politiche rigoriste del governo Monti e gli imbarazzi del Pd, ancora a metà strada tra il populismo di Vendola e il montismo convinto di Casini. I candidati - Ma qualcuno dei ministri tecnici ha saldissimi rapporti con i partiti. Quello della Coesione Francesco Barca è vicinissmo proprio al Partito democratico, così come Francesco Profumo dell'Università. Corrado Clini (Ambiente) e Andrea Riccardi (famiglia) sono invece centristi della prima ora, tra i più attivi nei piani della cosiddetta Cosa Bianca, tessitori di alleanze (dai convegni al meeting di Cl) e anche da ministri più attenti agli equilibri politici che alle politiche vere e proprie. E poi c'è Giulio Terzi, il contestatissimo ministro degli Esteri (i casi della morte dell'ostaggio italiano in Nigeria e dei marò in India passeranno alla storia come i peggiori pasticci diplomatici della Repubblica) che vanta un'amicizia di lungo corso con Gianfranco Fini: in caso di candidatura con Fli, però, sarebbe difficile capire chi ci perde e chi ci guadagna. 

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