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Il Pd non impara mai: ora usa Giggino contro Tonino (Di Pietro)

Luigi De Magistris

Per sostituire il leader dell'Idv, Enrico Letta pensa al sindaco di Napoli. Malumori nel partito: "E' come sostituire Robespierre con Torquemada"

Andrea Tempestini
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"Fa notare che l'arancione non è solo il colore di Giggino, ma pure quello dei bonzi che si danno fuoco così, giusto per seguire un ragionamento. «...Perché, insomma, è come se, per liberarsi di Robespierre, uno chiamasse Torquemada», fa notare un esponente del Pd rassegnato alle usuali, bizzarre alleanze strategiche del partito. Il suo commento è alla notizia estratta dal Corriere del Mezzogiorno: l'inesausto Enrico Letta vicepresidente del Pd progetterebbe, nel prossimo listone elettorale, l'entrata dell'amico Luigi De Magistris in sostituzione di Antonio Di Pietro. E forse non è un caso che tale alchimia politica ribollisca proprio mentre la comunistissima giunta Doria di Genova sta per sostituire i suoi elementi Idv con new entry Udc, su spinta dei democrat locali. Sicché la foto di Vasto, rischia oggi davvero di diventare un dagherrotipo, il ricordo livido ed antico di un'alleanza che fu", spiega Francesco Specchia su Libero in edicola oggi. Il punto è che il Partito Democratico non impara mai. L'ultima trovata del partito di Pierluigi Bersani è quella di usare Giggino contro Tonino. Uno scontro tra "titani". Per sostituire Di Pietro, Letta starebbe corteggiando De Magistris. Ma nel partito serpeggiano i malumori. Leggi l'approfondimento su Libero in edicola oggi, mercoledì 4 settembre

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