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Sky-Espresso la tv anti-Silviofa impazzire la borsa

Il titolo di De Benedetti vola sulla voce di una joint venture con la società di Murdoch: gli interessati smentiscono ma nessuno nega possibili alleanze

Lucia Esposito
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  Claudio Antonelli  Nell'immobilismo dell'etere italiano qualcosa forse si muove. E potrebbe scombussolare gli equilibri di Mediaset da un lato e di La7 dall'altro.  Secondo indiscrezioni, diffuse da MF, Sky e il gruppo l'Espresso di Carlo De Benedetti (il cui titolo ieri ha chiuso a +3,8% con picchi dell'11)  potrebbero  trattare i termini per l'avvio di un accordo di collaborazione nel settore della televisione digitale terrestre. L'operazione prevedrebbe la costituzione di una joint venture, partecipata al 50% da Sky e al 50% da L'Espresso, che avrebbe come veicolo la società che contiene i multiplex televisivi (ovvero le frequenze digitali tv) del gruppo, in cui verrebbero conferiti gran parte dei contenuti editoriale di Sky Italia. La notizia scritta in questi termini è stata di fatto smentita e nessun commento specifico è uscito dai due gruppi.  Ci sono degli accordi commerciali già in essere che riguardano l'affitto della banda trasmissiva. Nulla più. Nessuno ha però negato che il futuro potrebbe riservare nuovi legami e nuove sinergie.  Il colosso dell'Ingegnere controlla i suoi multiplex televisivi, le frequenze digitali tv, ma finora ha utilizzato poco di tutto ciò, arrivando a ridurre la programmazione di Repubblica Tv. Dall'altra parte Sky possiede i contenuti necessari per andare a riempire la banda e le frequenze piene di potenziale ma scarse di palinsesti. Dunque i due gruppi sarebbero candidati perfetti se non per un matrimonio con tutti i crismi, almeno per una unione di fatto. La società di Murdoch, blindando così gli accordi commerciali, si trova in una posizione di vantaggio perché si mette alla finestra e osserva quanto sarà partorito dalla finanza italiana con l'inizio del nuovo anno. A dicembre sarà affrontato il nodo Mediobanca e solo poi – con il dopo Nagel – si penserà a Rcs, al canale di Telecom da poco messo in vendita e al resto del risiko informativo. Il ragionamento di Sky e di De Benedetti potrebbe dunque essere questo. Da un lato contenuti, dall'altra frequenze e poi in base alle mosse degli altri si può partire per nuovi lidi.  Tanto più che la decisione annunciata recentemente dall'Agcom di rivedere il sistema di assegnazione dei numeri del telecomando alle varie tivù generaliste non dovrebbe intaccare il tasto numero 9, quello di DeeJay Tv di proprietà dell'ingegnere.  Dunque le premesse ci sono tutte, così come gli interrogativi. Alcuni maliziosi hanno sostenuto che la notizia diffusa dal quotidiano economico di Class Editori potrebbe essere stata stimolata  proprio da chi  - non sono pochi - vedrebbe quest'operazione come il fumo negli occhi. Cosa che se non conferma il fatto, sicuramente prova che in questi momenti di stallo provocati dalla lentezza dei salotti buoni chi ha le mani libere rischia di fare business.  

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