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Lazio: arrestato l'ex capogruppo Idv Maruccio

Vincenzo Maruccio

Lucia Esposito
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Antonio Di Pietro ha dovuto digerire gli scandali legati ai suoi uomini di punta nelle regioni Lazio, Emilia, Liguria. Ha dovuto fare i conti con gli avvisi di garanzia arrivati ai suoi partenti: il figlio Cristiano finì nei guai nell'inchiesta Romeo a Napoli e il cognato in una a Bologna. Ha dovuto prendere atto che il suo partito, l'Idv, ormai è morto con il capogruppo a Montecitorio Donadi e Formisano che se ne sono andati sbattendo la porta dopo la puntata di Report. Ha dovuto difendersi dall'accusa di presunti abusi sui rimborsi elettorali e sull'acquisto di immobili. Oggi Tonino, ex Pm della manetta facile, deve prendere atto che il suo "pupillo" Vincenzo Maruccio, è stato arrestato perchè avrebbe potuto inquinare le prove a suo carico.  L'ex capogruppo dell'Idv alla Pisana, è stato portato in carcere dai militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, guidati dal colonnello De Luca. Il provvedimento restrittivo, sollecitato dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal pm Stefano Pesci, è stato emesso dal gip Flavia Costantini. Maruccio è accusato di peculato per l'illecita appropriazione di fondi destinati al partito.  Un reato che secondo l'accusa Salvatore Vincenzo Maruccio, già capogruppo dell'Idv alla Pisana, avrebbe compiuto   sottraendo tra l'aprile del 2011 e il giugno del 2012 700mila euro.  Denaro prelevato da due conti correnti aperti dall'Idv sulle banche   Cariparma e Credito Artigiano. I 700mila euro sono stati poi trasferiti, secondo l'accusa, da   aruccio su dieci conti correnti di cui risulta titolare presso alcune  banche. Sette di questi conti sono personali mentre altri tre in codelega. Interrogato nelle scorse settimane dai magistrati, l'ex capogruppo dell'Idv si è difeso spiegando di essere stato costretto ad anticipare soldi per sostenere le spese della politica, quando il partito era in crisi di liquidità, per i ritardi dell'amministrazione negli accrediti, e gli eventi incalzavano. Una spiegazione che non ha mai convinto la procura e la Guardia di Finanza. Secondo i finanzieri l'ex capogruppo era "schiavo del videopoker". per questo aveva un  bisogno spasmodico di contanti. Gli uomini del Nucleo di Polizia valutaria hanno trovato u assegni i cui beneficiari sono i gestori di sale gioco e bar con le slot-machine. "L'analisi dei flussi finanziari relativi ai conti intestati al Gruppo Italia dei Valori-Lista Di Pietro incrociata con quelli intestati Maruccio Vincenzo ha permesso di rilevare uno sproporzionato ed ingiustificato utilizzo di denaro contante". E' quanto scrive il gip Flavia Costantini nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell'ex capogruppo del partito alla Pisana. In particolare, "si rilevano prelevamenti in contanti dai conti del Gruppo Idv per un importo complessivo pari a 456.670 euro". Il dato - si legge ancora nell'ordinanza - sintomatico di un utilizzo poco trasparente dei conti del Gruppo Idv, è già di per sè significativo ma lo diventa ancora di più se si incrociano ulteriormente i prelievi in denaro contante dai conti correnti del Gruppo Idv con i versamenti in denaro contante sui conti correnti personali del Maruccio, avvenuti contestualmente (lo stesso giorno)". Dati che "consentono di affermare come numerosi e ripetuti nel tempo siano stati i prelievi di denaro contante effettuati da Maruccio dai conti correnti del Gruppo Idv con contestuale riversamento del contante sui propri conti correnti personali: l'importo complessivo così ottenuto ammonta, infatti, ad euro 47.800". Intanto su Vincenzo Maruccio emergono altri particolari dall'ordinanza di custodia cautelare. Soprattutto sulla sua persona. "Pur percependo cospicui introiti come consigliere regionale ed essendo, al contempo, l'amministratore esecutivo di una piccola fortuna - 2 milioni e mezzo nell'arco di due anni e due mesi - era perennemente pressato dalla necessità di reperire denaro dalle più svariate fonti (sale giochi, tabaccherie, parenti, quali la madre che dalla Calabria, a suo dire, gli inviava con l'autobus i risparmi della nonna, amici vari)".. Maruccio quindi aspettava una "corriera" con i soldi della nonna. Magari per giocarseli da qualche parte. Il rappresentatnte legale di un locale di gichi dove in via Flaminia, a Roma, Maruccio andva a giocare, parla di un uomo in preda al vizio del gioco. "Era solito venire a giocare con una certa frequenza (3-4 volte a settimana) e indistintamente a qualsiasi ora della giornata. Personalmente ho avuto modo di vederlo giocare a qualsiasi ora esclusa la notte". "Si consideri - osserva il gip - che è lo stesso Maruccio a dichiarare che i propri redditi annuali ammontano a circa 150mala euro netti mentre le sue spese fisse si aggirano sui 70mila euro: con la duplice conseguenza che residuano circa 70mila euro e che non vi sono margini per perdere alle slot-machines somme ammontanti a 100-120mila euro a meno di non ricorrere, come verosimilmente può essere avvenuto, a continui prelievi dai conti del Gruppo non per finanziare l'attività politica ma anche per finanziare le perdite del gioco".   In sostanza, "lo spaccato che si apre per effetto di dichiarazioni dei gestori di una sala giochi, indicati dallo stesso indagato come suoi finanziatori, mostra che il vero meccanismo posto in essere dal Maruccio non è quello invocato di 'anticipazioni-rimborsì per dare impulso all'attivita politica ma quello di 'appropriazione-dissipazionè di risorse del gruppo a fini puramente personali".

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