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Mediaset: depositate le motivazioni della sentenza di condanna per Berlusconi

Lucia Esposito
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Berlusconi fu "ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo". E' il passaggio cruciale delle 208 pagine di motivazioni della sentenza di condanna a 4 anni per frode fiscale per Silvio Berlusconi nel processo Mediaset confermata dalla Cassazione lo scorso 1 agosto. "Berlusconi - si legge nelle motivazioni depositate oggi -, conoscendo perfettamente il meccanismo, ha lasciato che tutto proseguisse inalterato mantenendo nelle posizione strategiche i soggetti dal lui scelti e che continuavano a occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale". Le motivazioni della Cassazione:  LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE / 1 LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE / 2 LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE / 3 LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE / 4 LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE / 5 Esposito "tradotto" -  Le motivazioni (cosa che succede raramente) sono firmate da tutti i componenti del collegio giudicante e non solo dal Presidente Antonio Esposito, finito al centro delle polemiche dopo la sua intervista rilasciata al quotidiano Il Mattino (ascolta l'audio) Una telefonata in cui, secondo la difesa del Cav, Esposito "anticipava" le motivazioni della sentenza in quanto addentrandosi nell'analisi di questioni molto tecniche. Un'intervista che ha provocato l'apertura di un procedimento disciplinare da parte del Csm nei confronti della toga.     Il ragionamento dei giudici - Secondo i giudici della Cassazione è dunque verosimile che qualche dirigente di Fininvest Mediaset "abbia subito per vent'anni truffe per milioni di euro senza accorgersene". Inoltre per i giudici della Cassazione, "Berlusconi, pur non risultando che abbia intrattenuto rapporti diretti con i materiali esecutori della gestione finanziaria Mediaset, ha lasciato che tutto proseguisse inalterato mantenendo nelle posizioni strategiche i soggetti da lui scelti e che continuavano ad occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale". "I personaggi chiave - sottolineano i giudici - sono stati mantenuti sostanzialmente nelle posizioni cruciali anche dopo la dismissione delle cariche sociali da parte di Berlusconi e in continuativo contatto diretto con lui, di modo che la mancanza in capo a Berlusconi di poteri gestori e di posizioni di garanzia nella società non è un dato ostativo al riconoscimento della sua responsabilità".  "Berlusconi truffato? Inverosimile" - I giudici spiegano poi il meccanismo della truffa addebitata al Cavaliere: "La definizione come sovraffatturazione appare quasi un sottodimensionamento del fenomeno descritto e anzi, inadeguata a definirlo". E' "pacifica e diretta riferibilità a Berlusconi della ideazione, creazione e sviluppo del sistema che consentiva la disponibilità del denaro separato da Fininvest e occulto". Un sistema che secondo la Suprema Corte "ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere presso conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate da fiduciarie di Berlusconi". "I giudici di merito - scrivono ancora i supremi giudici - e segnatamente la Corte territoriale, come si è ampiamente visto, hanno ritenuto correttamente e motivatamente provato un gioco di specchio sistematico che rifletteva una serie di passaggi privi di giustificazione commerciale e ad ogni passaggio la lievitazione dei costi era, a dir poco, imponente". Per i giudici della Cassazione è "inverosimile" l'ipotesi alternativa "che vorrebbe tratteggiare una sorta di colossale truffa ordita per anni ai danni di Berlusconi (proprio in quello che è il suo campo d'azione e nel contesto di un complesso meccanismo da lui stesso strutturato e consolidato) da parte di personaggi da lui scelti e mantenuti, nel corso degli anni, in posizioni strategiche e nei cui confronti non risulta essere mai stata presentata alcuna denuncia". 

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