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Ecco come sarà il nuovo partito del Cav

Berlusconi studia un partito "non partito": fondazione senza soldi pubblici e con nomi nuovi. La carta a sorpresa è un imprenditore...

Giulio Bucchi
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Da mesi Silvio Berlusconi annunciava ai suoi interlocutori «grandi cambiamenti», una «sorpresa» per giugno. Poche le risposte alle tante domande di chi, sorpreso, cercava di conoscere dettagli. Il Cavaliere, entusiasta per la sua iniziativa, ha regalato poco, al massimo un piccolo dettaglio ciascuno. A qualcuno ha detto che il “contenitore” sarà una fondazione, a qualcun altro che, in quanto tale, sarà a costo zero per il cittadino, ad altri che non ci saranno più iscritti ma soci, ai più giovani che avrà un quartier generale solo virtuale, sul web.  . Leggi l'articolo di Filippo Facci: vi spiego perché Silvio Berlusconi è imabattibile  Angelino Alfano, segretario del Pdl e co-autore delle idee rivoluzionarie, ha deciso di dare ieri l'annuncio ufficiale: «Subito dopo il ballottaggio delle Amministrative io e Berlusconi annunceremo la più grossa novità della politica italiana, che cambierà il corso della politica italiana nei prossimi anni», ha spiegato al termine di un comizio. Una novità che «sarà accompagnata dalla più innovativa campagna elettorale che la politica italiana abbia avuto dalla discesa in campo di Berlusconi del 1994». Fino ad allora la linea è quella del silenzio, per non rovinare la sorpresa. Tanto è bastato per ravvivare l'entusiasmo nel partito, superare la contrapposizione ex Fi-ex An, polverizzare l'effetto-annuncio di Pier Ferdinando Casini e del suo Partito della nazione, che finirà per suonare terribilmente “vecchio”.   Il dossier “Predellino 2.0” è custodito gelosamente a Palazzo Grazioli da mesi, compulsato continuamente dall'ex premier, che ne ha parlato anche con Fedele Confalonieri cui ha chiesto  consigli. Qualche dettaglio, però, comincia a trapelare. Il Cavaliere è da tempo convinto che il concetto di “partito” sia superato, non è indifferente alla richiesta dell'opinione pubblica che vorrebbe una politica non a carico dei cittadini. L'idea di creare una Fondazione o un movimento a costo zero, dunque, è particolarmente innovativa.  La nuova creatura, secondo i piani, dovrebbe essere in grado di autofinanziarsi, vivere ed operare attraverso donazioni e le adesioni degli aderenti. A questo proposito l'intenzione è quella di un maggiore coinvolgimento della “base”, di trasformare gli iscritti in soci, come lo erano del resto gli aderenti ai primi Club di Forza Italia.  Altra risposta all'antipolitica la decisione di rimettere in campo i manager, coloro che hanno esperienza di gestione, la figura professionale che l'imprenditore Silvio Berlusconi da sempre rispetta di più. Il nuovo strumento, sia che si chiami “Italia” o che si scelga un altro nome, dovrà essere amministrato in maniera trasparente, puntigliosa, aziendale. E, almeno su questo, nessuno può dare lezioni al Cavaliere. «Tutte le diramazioni del partito, anche quelle territoriali, dovranno essere gestite da manager, che affiancheranno i politici», ha spiegato il Cavaliere a un fedelissimo. Già ai tempi della creazione dei primi Club, Forza Italia si avvalse del lavoro di molti manager Fininvest, poi entrati in politica.  Ruolo decisivo per allacciare le strutture locali e coinvolgere nuove persone direttamente da dentro le loro case è internet. Antonio Palmieri, responsabile della comunicazione internet del partito, consigliere molto ascoltato, ha spiegato ripetutamente all'ex premier che Obama, trionfatore delle scorse presidenziali americane, è diventato presidente soprattutto grazie alla sua capacità di intercettare il consenso via web. Per l'occasione, grazie anche alla familiarità tecnologica del giovane Alfano, è stata ritirata fuori una vecchia idea, quella di creare forum tematici in rete, produrre una interazione 24 ore su 24 tra cittadini e  partito, fornire risposte. Attraverso Facebook e Twitter, inoltre, è possibile rendere l'organizzazione un “casa di vetro”. Sarebbero già stati contattati alcuni potenziali “responsabili di settore”. L'ex premier, infine, desidera che la sua nuova sigla possa essere vissuta come un «fatto positivo» e, per questa ragione, intende utilizzarla anche come strumento di filantropia, per fare beneficenza o offrire servizi ai cittadini. Sulla scorta di quanto, per esempio, fanno le organizzazioni sindacali con i Caf e i centri di assistenza. Il contenitore è quasi pronto, i contenuti arriveranno. Tutto ciò andrebbe a sostituire il Pdl, portandolo oltre. Su queste basi, mettendolo a conoscenza del suo progetto, il Cavaliere avrebbe cercato di convicere Luca Cordero di Montezemolo. I manager, dunque, potrebbero essere la risposta di domani ai “professori”. di Paolo Emilio Russo

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