Cerca
Cerca
+

Garlasco, slitta la sentenza

Il gup dispone nuove perizie

Silvia Tironi
  • a
  • a
  • a

Nè colpevole nè innocente. Il giudice Stefano Vitelli ha deciso di non emettere alcuna sentenza nei confronti di alberto Stasi, accusato di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi. Il gup, dopo quasi cinque ore in camera di consiglio, ha disposto nuove perizie. Nei confrontidell'ex studente bocconiano il pm Rosa Muscio aveva chiesto trent'anni dicarcere senza la concessione delle attenuanti generiche. I legali del giovane, convintiinvece della sua innocenza, ne avevano chiesto l'assoluzione con formula piena. Stasi, come richiestodalla sua difesa, viene giudicato con il rito abbreviato che consente dievitare il dibattimento e di arrivare a sentenza nell'udienza preliminare. Allapena è  applicata la riduzione di unterzo e vi sono dei limiti alla possibilità di proporre appello.Stasi, chevenne iscritto nel registro degli indagati pochi giorni dopo l'omicidio e si èsempre proclamato innocente, nel settembre 2007 fu fermato e restò in carcereper qualche giorno. Vitelliaveva davanti a sé tre scenari possibili:i: emettere una sentenza di condanna(il Pm ha chiesto 30 anni), stabilire l'assoluzione, oppure emettereun'ordinanza con la quale disporre nuove perizie, prima tra tutte quella sulcomputer di Stasi. Il giudiceera poi stato chiamato a decidere se rinviare a giudizio il giovane per laseconda accusa, quella di detenzione e divulgazione di materialepedopornografico. Presentiin aula sia l'imputato che i familiari della vittima, papà Giuseppe, mamma Ritae il fratello Marco. “Oh,guarda: Stasi!”: una coppia di ragazze passa davanti al tribunale e ci scherzasopra. Oggi è il grande giorno, il sole di primavera, dopo giorni di lungapioggia, si fa sentire nelle strade di Vigevano. Dove la gente passa e guardaquesto tribunale dal quale arriverà, in serata, la sentenzadi un giallo che è cominciato a ridosso di un Ferragosto come tanti altri didue anni fa (era il 13 agosto 2007). Lecommesse stanno sulla soglia dei negozi, scrutano alla ricerca di qualchecliente. I giovani si danno come sempre appuntamento nel parco all'interno delcastello, chi al sole chi all'ombra. In piazza la gente prende un caffè, parlae continua a parlare. Ogni tanto, il nome di Alberto Stati fa il suo capolino.Come quello di Chiara, chiamata soltanto Chiara, senza il cognome, Poggi. Igiornalisti sono arroccati attorno al tribunale. Alcune parlano con icarabinieri, ormai volti famigliari dopo i tanti viaggi in questa tranquillacittà lombarda alle porte di Milano. Altri si rilassano leggendo un libro o ungiornale in un cortiletto all'interno, con qualcuno che ipotizza: l'accusadoveva fare così, la difesa invece forse avrebbe… C'è chi parla di presunzioneda parte dell'unico indagato, Alberto. Chi fa calcoli sulla probabilità dicondanna o meno mandando indietro le lancette di quel giorno di agosto. Alladisperata ricerca dell'ora x durante la quale Chiara è stata uccisa. Parole epensieri, valutazioni ed emozioni. Ma tanto tocca aspettare il verdetto. Conbuona pace degli avvocati improvvisati. Dario Mazzocchi

Dai blog