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Baby squillo dei Parioli, alcune telefonate partivano dal Consiglio di Stato

Serena Cirini
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La Roma che conta continua a tremare per lo scandalo delle baby squillo. Dopo il coinvolgimento di Mauro Floriani, marito della senatrice Alessandra Mussolini, e quello del figlio di un deputato di Forza Italia, potrebbero presto uscire allo scoperto i nomi di altri illustri personaggi. Spulciando i tabulati telefonici, nel tentativo di ricostruire il giro dei clienti, gli inquirenti hanno rintracciato anche un'utenza intestata al Consiglio di Stato. I carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristiana Macchiusi, continuano a indagare per arrivare a scoprire l'identità dell'uomo che ha usato quel cellulare per contattare le prostitute minorenni. Chi si nasconde dietro questo contatto? I sospetti si concentrano su giudici, alti funzionari e dirigenti.  Una fitta corrispondenza - Alcune delle chiamate provenienti dal numero intestato al Consiglio di Stato risalgono a marzo del 2013: un mese prima che le due ragazze cominciassero a vendersi nell'appartamento nel quartiere Parioli. In quel periodo, le quindicenni davano appuntamento ai loro clienti in una macchina o in alcuni motel della capitale. La corrispondenza telefonica, tra l'utenza in questione e le baby squillo, era piuttosto intensa. Stando a quanto ricostruito dal quotidiano La Stampa, il 28 marzo del 2013 è stato registrato un contatto alle 13.21 e, più o meno allo stesso orario, un'altra chiamata è partita due giorni dopo. Il misterioso uomo avrebbe telefonato anche alle 21.16 del 6 maggio, alle 22.12 del 4 luglio e a mezzanotte dell'8 luglio. 

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