Veneto, il ritratto di tutti i secessionisti arrestati
Tra i 24 arresti effettuati ieri all'alba dai carabinieri del Ros di Brescia spicca quello del veneziano Franco Rocchetta, 67 anni il prossimo 12 aprile. È il padre della Liga Veneta, nata ufficialmente nel 1980 a Padova. È stato tra i primi, in Italia, a parlare di federalismo alla gente comune. Lo ha fatto nelle piazze e nei mercati. Fin da ragazzo ha sposato la causa veneta. A 22 anni, assieme ad altri oppositori dello Stato centrale, è stato difeso gratuitamente da un pool di avvocati veneti dalle accuse e dagli attacchi dei vertici della Democrazia Cristiana. Del caso si parlò molto anche all'estero. Consigliere regionale per un decennio, è stato presidente federale della Lega Nord tra il '91 e il '94 e per 8 mesi, a cavallo tra il '94 e il '95, ha ricoperto il ruolo di sottosegretario agli Esteri del primo governo Berlusconi. Dopo un lungo periodo di silenzio politico, Rocchetta era tornato di recente a sostenere in prima persona l'indipendenza della sua terra. Lo scorso 21 marzo, a Treviso - in piazza dei Signori - era a fianco di Gianluca Busato (promotore del referendum digitale) per la dichiarazione di sovranità della Repubblica Veneta. È Rocchetta l'unico degli arrestati ad aver preso parte attiva alla realizzazione della consultazione online di plebiscito.eu. I carabinieri hanno fermato anche due dei «serenissimi» protagonisti del blitz di piazza San Marco nel maggio del '97. Flavio Contin, 72 anni, per ragioni di età è stato sottoposto agli arresti domiciliari, mentre Luigi Faccia - che quella notte non partecipò direttamente all'operazione, ma fu comunque condannato perché considerato uno degli organizzatori - è stato portato in carcere. In prigione è finito anche il veronese Lucio Chiavegato, 49 anni, noto alle cronache negli ultimi mesi per aver guidato la protesta dei forconi veneti. È il leader dell'associazione Life (Liberi imprenditori federalisti europei), nata nel '94 a Conegliano, in provincia di Treviso. Da tempo è protagonista di azioni dimostrative contro Agenzia delle Entrate ed Equitalia. Ha pure scritto una sorta di manuale con le 10 regole per affrontare i controlli dei finanzieri. Patrizia Badii, anche lei finita in carcere, conosciuta a Nordest come «la rossa passionaria fiorentina», nel 2012 era stata candidata a sindaco di Verona per «Veneto Stato». Ottenne 349 voti. Le accuse a carico delle persone arrestate sono pesantissime: associazione con finalità di sovversione dell'ordine democratico e concorso in illecita fabbricazione e detenzione di armi da guerra. Rischiano condanne fino a 15 anni. Nell'elenco dei fermati c'è anche l'imprenditore milanese Roberto Bernardelli, 65 anni, ex parlamentare leghista nei primi anni '90 ed ex assessore del Comune di Milano, oggi presidente dell'Unione Padana. Gli altri arrestati sono Tiziano Lanza, Andrea Meneghelli, Luca Vangelista, Corrado Turco, Felice Pani, Stefano Ferrari, Renato Zoppi, Riccardo Lovato, Angelo Zanardini, Michele Cattaneo, Maria Luisa Violati, Erika Pizzo, Elisabetta Adami, Maria Marini, Marco Ferro, Corrado Manessi, Roberto Abeni e Giancarlo Orini, nel 2008 candidato alla carica di sindaco di Brescia, 72 anni, e per questo, come Contin, agli arresti domiciliari. Tra gli indagati figura anche il direttore de lindipendenza.com, Gianluca Marchi (primo direttore de La Padania ed ex caporedattore di Libero), al quale i carabinieri hanno sequestrato un computer. «Se ne sono andati con il mio pc personale sul quale lavoravo per tenere aggiornato questo giornale», ha scritto ieri pomeriggio sul suo quotidiano online. «Non poteva essere diversamente, perché io non sono associato a nessun gruppo o sigla di quelle di cui parlano i magistrati, nemmeno a un club di bridge per il vero». di Alessandro Gonzato