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Il tribunale del Riesame: "Dell'Utri stava tentando la fuga"

Nicoletta Orlandi Posti
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C'era «la deliberata volontà di fuga» di Marcello Dell'Utri. Ecco perchè i giudici del tribunale del Riesame di Palermo hanno deciso di rigettare la richiesta di annullamento di arresto avanza dagli avvocati dell'ex senatore dopo il fermo avvenuto in Libano lo scorso 12 aprile. «Emerge amplissima la sussistenza della eccezionale portata delle ravvisate esigenze cautelari -scrivono i giudici- che a fronte di una programmata e dunque deliberata volontà di fuga consentono di ritenere le esigenze cautelari 'di un non comune, spiccatissimo e allarmante rilievo' tale da superare il divieto di custodia cautelare per gli ultrasettantenni». Lo scalo strategico - Secondo i giudici del Riesame «gli elementi riferiti dalla Dia, nella loro indiscutibile oggettiva essenzialità, contribuiscono ad alimentare la negativa valutazione prognostica sulla quale va fondata la concrete sussistenza del pericolo di fuga». I giudici hanno accolto la tesi del sostituto procuratore generale Luigi Patronaggio secondo cui la volontà di fuga di Dell'Utri sarebbe stata dimostrata dal viaggio dell'ex senatore da Parigi a Beirut. «Essendo operativi voli diretti per Beirut da Milano Malpensa -scrivono i giudici- il transito di Dell'Utri allo scalo parigino indubitabilmente non poteva che essere finalizzato ad eludere, in territorio nazionale, le procedure di controllo passaporti, cui sarebbe stato sottoposto se avesse utilizzato il volo diretto Milano-Beirut trattandosi di rotta esterna all'area Schengen e tanto appare logicamente e praticamente incompatibile con un 'normale' e transitorio allontanamento dal territorio nazionale a meno che non si volessero ipotizzare, ma questo è un paradosso a dir poco offensivo di una normale intelligenza, necessità economiche connesse a risparmiare sul costo dei biglietti, circostanza per altro smentita dal prezzo, certamente non lieve, realmente pagato, di 1.728,89 euro». Le valigie - Dal provvedimento dei giudici del Tribunale del Riesame di Palermo che hanno rigettato la richiesta di annullamento dell'arresto risulta anche che Dell'Utri il 24 marzo scorso ha raggiunto Beirut da Parigi con due valige del peso, rispettivamente di 23 e di 27 chilogrammi. Non solo. Dall'informativa della Dia, inserita nel provvedimento, emerge che al momento dell'arresto Dell'Utri «era in possesso di circa 30 mila euro in contanti» ma anche di «quattro cellulari, di due passaporti, di cui uno di servizio scaduto e di un registratore manuale».

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