Caso Matacena, chiesto il giudizio immediato per Scajola e Chiara Rizzo
L'accusa è di aver favorito la latitanza dell'ex deputato di Forza Italia
La Dda di Reggio Calabria ha chiesto il giudizio immediato per l'ex ministro Claudio Scajola, Chiara Rizzo e Martino Politi, tutti e tre ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta su presunti aiuti alla latitanza di Amedeo Matacena, l'ex deputato di Forza Italia condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Scajola, in particolare, è accusato di avere cercato di sottrarre Matacena all'espiazione della pena attivandosi per farlo trasferire da Dubai, dove si trova, a Beirut, in Libano, ritenuto un Paese in cui è più difficile ottenere l'estradizione. La stessa accusa è contestata anche a Chiara Rizzo, moglie di Matacena, e a Politi, factotum dell'ex politico, che sono ritenuti responsabili della Dda anche di avere cercato di mascherare il capitale di Matacena per sottrarlo ad eventuali sequestri. La Dda di Reggio Calabria, nella richiesta al gup di giudizio immediato per Claudio Scajola, Chiara Rizzo e Martino Politi, non ha contestato l'aggravante prevista dall'art. 7 di avere agevolato la 'ndrangheta.Tra gli altri cinque indagati nell'inchiesta figura anche lo stesso Matacena al quale, nel frattempo, la Corte di Cassazione ha ridotto la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa da 5 a 3 anni, la madre di Matacena, Raffaella De Carolis, la segretaria dell'ex politico Maria Grazia Fiordalisi, la segretaria di Scajola, Roberta Sacco, e l'ad della società Amadeus, la holding della famiglia Matacena, Antonio Chillemi.