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Cei, monsignor Galantino: "Avere un figlio non è un diritto. Utero in affitto una bestialità"

Giulio Bucchi
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Avere un figlio "è un ottimo desiderio, ma non è un diritto". A lanciare il monito contro "l'individualismo sfrenato" che porta a "bestialità come l'utero in affitto" è monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei e vescovo di Cassano Jonio. "Il problema è che noi vogliamo, per forza, trasformare l'uomo in una macchina, ma nell'Ottocento già c'è stato questo tentativo e fu un dramma", ha spiegato il monsignore commentando la vicenda dei due gemellini nati lo scorso 3 agosto dopo lo scambio di embrioni avvenuto per errore all'Ospedale Pertini di Roma a fine 2013. "L'uomo non è una macchina. Tutto ciò che non può essere inglobato in meccanismi più o meno perfetti, purtroppo, prima o poi fa pagare il prezzo". "Avere un figlio non è un diritto": sei d'accordo? Vota il sondaggio   "Il desiderio non è la molla della storia" - "Quando avere un figlio comincia a diventare un diritto - ha aggiunto monsignor Galantino - è chiaro che poi si cercano tutte le strade per doversi assicurare questo diritto", come per esempio l'utero in affitto. "Ed è chiaro che quando si parla di utero in affitto non si fanno i conti con altre realtà che sono poi i sentimenti, che sono poi l'equilibrio, il legame con una persona, il legame tra la mamma e coloro che portano in grembo". Il caso dei gemellini è una tragedia dei sentimenti, oltre che una questione giudiziaria spinosa e incerta: "Purtroppo abbiamo bisogno di questi casi limite per doverci rendere conto della stortura che molte volte si innesca in alcuni meccanismi che, prima di essere di natura, diciamo, medica, sono di natura antropologica. Quando noi mettiamo come primo obiettivo della vita il soddisfacimento di desideri anche legittimi di ogni uomo - conclude il segretario della Cei - capovolgiamo un po' tutto. Perché il desiderio dell'individuo non può essere la molla della storia".

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