Ebola, allarme a Padova: due pazienti in isolamento
Dopo Bologna, Varese, Gallarate, anche il Veneto registra i primi casi sospetti di ebola. Il Settore Igiene Pubblica e Prevenzione del Veneto ha fatto appena in tempo, due giorni fa, ad inviare a tutte le aziende sanitarie il protocollo contenente le prime indicazioni operative di risposta regionale per la prevenzione. Ieri il protocollo è scattato in tutta la sua completezza a Padova di fronte a due pazienti, un nigeriano e un istriano, colpiti da febbre alta e sintomi dubbi. L'ebola è una febbre emorragica grave che sta affliggendo l'Africa, dall'esordio improvviso e il decorso acuto, caratterizzata da emorragie, sanguinamenti, petecchie, epistassi. I due pazienti sono stati messi immediatamente in isolamento in stanze singole, e sono stati oggetto di approfondimenti diagnostici serrati. Stamane è rientrato l'allarme per quanto riguarda il paziente nigeriano. I test effettuati su di lui hanno dato esito negativo: l'uomo sarebbe però affetto da malaria. Ancora in corso le analisi sul secondo malato. Il mondo sta perdendo la battaglia - Ieri sera Jeanne Liu, presidente di Medici senza frontiere (Msf), ha lanciato l'allarme a New York di fronte alle Nazioni Unite: "L'annuncio fatto lo scorso 8 agosto dall'Oms che l'epidemia costituiva una 'emergenza di salute pubblica mondiale' non è stato seguito da un'azione decisiva, e gli Stati si sono in generale accontentati di fare una colazione mondiale dell'inazione". I morti - Il virus ha fatto ad oggi 1.552 morti su 3.069 casi confermati: 694 in Liberia, 430 in Guinea, 422 in Sierra Leone e 6 in Nigeria, secondo l'ultimo bilancio dell'Organizzazione mondiale della sanità dello scorso 26 agosto. Un primo caso è stato è stato inoltre confermato in Senegal la scorsa settimana. Al ritmo attuale di contagio, saranno necessari da 6 a 9 mesi ed almeno 490 milioni di dollari (373 milioni di euro) per riuscire a contenere l'epidemia, che secondo l'Oms rischia di colpire 20.000 persone.