Festa dell'Unità, il Pd trasforma un parco in discarica
Cartoni di birre. Sacchi neri e sacchetti “ecologici” di supermercato gonfi di immondizia nauseabonda. Lattine di Coca-cola, bottiglie e bicchieri di plastica. Banchetti di compensato accanto a bottiglie di Peroni a formare sudice nature morte. Un lordume che deturpa il parco delle Cascine, dopo il passaggio, dal 22 agosto al 14 settembre, della Festa dell'Unità di Firenze. Guarda le foto nella Gallery Dem dispiaciuti - Uno schifo intollerabile che da più di dieci giorni disgusta quanti passeggiano, fanno jogging o vanno in bicicletta nel parco; questa è l'eredità più tangibile e durevole dell'annuale Festa dell'Unità fiorentina, una vergogna che solo ieri ha smosso l'indifferenza del segretario del PD locale, Fabio Intasciato, che all'agenzia Adnkronos si è detto dispiaciuto “per il disagio causato ai frequentatori del parco delle Cascine per i resti dei rifiuti all'indomani della festa”. Che anima bella, sembra di sentire il ragazzino che si scusa col vicinato per la musica troppo alta il giorno dopo la festa dei suoi diciotto anni. Lui parla del giorno dopo, quando quella poltiglia invade mezzo parco delle Cascine da più di dieci giorni. Lorsignori, sempre pronti a dichiararsi strenuamente ambientalisti contro le rapaci aggressioni del capitale, i cantori degli spazi e dei beni comuni, come è il parco delle Cascine, l'hanno lasciato in preda a questo stato vandalico rallegrandosi invece che “la festa è andata molto bene e non ha creato alcun disagio fino al 14 settembre”. Casse del partito piene - Mentre riconsegnano alla città un Parco che da pulito è diventato una mezza discarica abusiva si fanno vanto di aver rimpinguato le casse del partito con il cibo spazzatura e le bevande. Dovevano pulire tutto, ci dicono ora gli sporcaccioni, il 19 settembre (cinque giorni dopo la chiusura, se la prendono comoda) ma c'è stata una grandinata che gliel'ha impedito: dev'essere stata una grandinata formidabile, di bibliche proporzioni, forse seguita da una retroguardia di locuste. Ora s'impegnano a riconsegnare l'area “agibile” per lunedì prossimo, quindici giorni dopo aver sbaraccato. Fate, fate con comodo compagni, tanto si sa che a Firenze vi sentite i padroni della città. Un dirigente politico con un minimo sindacale di dignità, alla visione del parco ridotto in quello stato, già il giorno dopo sarebbe andato là a raccattare l'immondizia con le sue mani delicate, caricandosela sulla macchina per portarla al più vicino punto di smaltimento rifiuti cittadino. Post punk - Ma cosa volete che gliene importi, agli organizzatori e ai dirigenti cittadini del PD. A loro preme che la Festa attiri gente, che sia un grande momento di aggregazione cioè di propaganda, che tutti s'ingozzino e spendano a danno del fegato e dei reni, e che i dibattiti frivoli, le baraonde dei concerti all'insegna del “raffinato post punk” facciano il gioco del partito e della sua democratica festa. Poi, levate le tende, che se la vedano i cittadini con la cloaca, il fetore, lasciato lì a fermentare per quasi due settimane. L'impudente Intasciato ha il coraggio di attribuire al suo partito il merito di aver “in parte rilanciato il parco delle Cascine”. Come, di grazia? Altro che in parte rilanciato, l'ha totalmente fatto piombare nel degrado più irresponsabile. Fino a questo punto può arrivare l'ipocrisia di certa politica, che si atteggia a paladina dei bisogni elementari dei cittadini e poi li obbliga a schivare i luridi resti delle loro feste democratiche. A costoro le Cascine dovrebbe essere precluso a vita, che vadano a insozzare i cortili delle loro sedi di partito. Forse in tal caso impugnerebbero la ramazza dal giorno dopo. di Giordano Tedoldi